Giudici e avvocati si sono radunati davanti alla sede dell’Assemblea nazionale costituente (Anc) in segno di protesta contro alcuni articoli della futura Costituzione appena approvati dai deputati. La manifestazione è in corso dalla prime ore del giorno davanti al palazzo Bardo, mentre il parlamento sta esaminando proprio il capitolo relativo al potere giudiziario. Il voto del testo, articolo per articolo, è accompagnato da dibattiti animati e tensioni tra forze politiche che stanno rallentando la procedura.
Negli ultimi giorni tre articoli sono stati bocciati dai parlamentari, che si sono opposti a disposizioni considerate “controverse”, ma anche a formulazioni “troppo vaghe” o “scorrette”. Al centro della polemica c’è il rischio di una nuova ingerenza del potere esecutivo su quello giudiziario. Sono stati respinti dalla stragrande maggioranza dei partecipanti al voto gli articoli 107 e 108 che riguardano la nomina dei magistrati e le competenze dei tribunali militari. Dopo mesi di scioperi e proteste per rivendicare una maggiore indipendenza della giustizia, che secondo avvocati e magistrati non sarebbe garantita nel progetto di Costituzione, anche oggi i professionisti del settore sono scesi in piazza.
Nel contempo si è aperta a mezzogiorno (ora locale) una nuova sessione plenaria del dialogo nazionale, un processo tutt’ora in atto che ha già consentito alla Tunisia di superare una profonda crisi politico-istituzionale cominciata nel febbraio 2013, conclusa con la recente firma di un accordo tra i principali partiti. E’ in questo quadro di dialogo che il neo-primo ministro Mehdi Jomaa potrebbe presentare, in tempi relativamente brevi, la composizione del nuovo esecutivo incaricato di accompagnare il paese verso elezioni generali.
Dalla caduta del regime del presidente Zine El Abidine Ben Ali, nel gennaio 2011, le nuove autorità al potere, dominate dal partito islamico Ennahda, non hanno avviato alcuna profonda riforma della giustizia. Ieri ricorreva il terzo anniversario della ‘rivolta del Gelsomino’, scadenza entro la quale, sulla carta, la nuova legge fondamentale doveva essere approvata. “Abbiamo già compiuto passi avanti importanti grazie ai compromessi raggiunti. Nonostante il clima teso nell’emiciclo il voto del progetto dovrebbe concludersi entro questa settimana” ha dichiarato il presidente della Costituente, Mustapha Ben Jaafar, in occasione della ricorrenza. Fuori dall’aula, in una Tunisi blindata, poche migliaia di persone hanno partecipato nella calma a manifestazioni e celebrazioni nel centrale viale Bourguiba, indette da partiti e organizzazioni della società civile. – Misna