Il governo del Sud Sudan e i capi di tutte le comunità devono arrestare “un vortice di violenza” che sta causando nella regione di Jonglei morte e sofferenze tra i civili: è l’appello rivolto da Juba, tramite la MISNA, dai responsabili dell’Ufficio dell’Onu per l’assistenza umanitaria (Ocha).
Secondo Tapiwa Gomo, portavoce dell’ente delle Nazioni Unite, nei giorni scorsi nel solo villaggio di Manyabol sono arrivate 200 persone ferite in combattimenti che avrebbero contrapposto comunità di allevatori Lou Nuer e Murle. “Le Nazioni Unite – ha aggiunto Gomo – stanno organizzando il trasferimento dei feriti più gravi a Bor, il capoluogo di Jonglei”. Secondo testimonianze rilanciate dalle radio cattoliche del Sud Sudan, scontri e violenze si sono intensificati in conseguenza dell’avanzata verso sud di una colonna di Lou Nuer armati. I combattenti sarebbero diretti verso il distretto di Pibor, epicentro di una ribellione contro il governo sostenuta per lo più da Murle.
Secondo i responsabili di Ocha, per ora non è possibile fare stime sul numero delle vittime. Di certo, tra il dicembre 2011 e il marzo 2012, scontri tra Lou Nuer e Murle provocarono almeno 900 vittime. Situata al confine con l’Etiopia, Jonglei è una delle regioni più instabili del Sud Sudan. Questo paese è divenuto indipendente da Khartoum nel 2011, dopo una guerra civile durata più di 20 anni. – Misna