Incontro straordinario oggi per i leader della Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc): al centro del meeting convocato a Pretoria, in particolare, la situazione del Lesotho, dove ancora non c’è accordo tra i principali esponenti politici sulla riapertura del Parlamento e prosegue la tensione dopo il presunto tentativo di golpe del 30 agosto scorso.
Riaprire il Parlamento – sospeso dal premier Thomas Thabane a giugno per evitare un voto di sfiducia – non sarà possibile finché non si verificheranno “determinate condizioni di sicurezza” ha spiegato Thesele Maseribane, altro leader della coalizione di governo, vicino al primo ministro e ostile, invece, al vicepremier Mothetjoa Metsing, visto come possibile beneficiario di un cambiamento degli equilibri di potere.
Maseribane ha confermato che lui e Thabane hanno scritto al presidente sudafricano Jacob Zuma per spiegare le loro ragioni sull’impossibilità di un ritorno alla normale vita politica: l’accordo raggiunto durante un precedente summit lo prevedeva per il 19 settembre. Il vertice di oggi cercherà dunque una soluzione all’impasse ma, ha avvertito Maseribane, “le questioni di sicurezza non sono negoziabili”.
Ad aggravare la situazione è anche la posizione dell’ex comandante delle Forze armate, generale Tlali Kamoli, che si rifiuta di lasciare l’incarico malgrado la decisione di Thabane in tal senso, e avrebbe anzi dispiegato uomini armati a lui fedeli sulle montagne intorno alla capitale Maseru.
Kamoli, secondo la stampa sudafricana, sarebbe tornato in città, ma la polizia avrebbe definito “troppo rischioso” un tentativo di arrestarlo, malgrado sia ricercato per alto tradimento. A favore di Kamoli si è schierato il partito di opposizione Democratic Congress (Dc): un suo importante esponente ha parlato nei giorni scorsi del rischio di un “bagno di sangue” qualora il generale non restasse al suo posto. – Misna
