15/10/13 – Sudafrica – Marikana: può riprendere l’inchiesta sulla strage

di AFRICA

 

Sulla strage di Marikana lo Stato non è parte terza e dunque non può limitarsi a garantire avvocati d’ufficio ma deve coprire le spese per i legali scelti dai familiari dei minatori: sono i punti chiave di una sentenza che ha permesso oggi la ripresa dell’inchiesta sui fatti del 16 agosto 2012.

A pronunciarsi sulla richiesta dei familiari delle 34 vittime, dei 70 minatori feriti e dei 250 loro colleghi arrestati in quella giornata drammatica è stata l’Alta corte del Gauteng settentrionale. La sentenza ha consentito la ripresa delle udienze dopo uno stop dovuto alla rinuncia degli avvocati dei minatori, da settimane costretti a lavorare gratis.

A chiedere che lo Stato si facesse carico delle spese legali era stato di recente anche il vescovo anglicano Jo Seoka, presidente del Consiglio delle Chiese del Sudafrica già impegnato dopo la strage in un difficile tentativo di mediazione tra il governo, la multinazionale del platino Lonmin e i minatori. “I lavoratori non vogliono gli avvocati d’ufficio – aveva detto il vescovo alla MISNA – perché lo Stato è parte in causa e sta contro di loro”.

Su Marikana sta indagando una commissione nominata dal governo e presieduta dal giudice in pensione Ian Farlam. Le udienze si tengono nella città di Centurion, nel Sudafrica settentrionale. Secondo i familiari delle vittime, il 16 agosto 2012 la polizia aprì il fuoco in modo deliberato per reprimere uno sciopero in corso da settimane. Opposta la versione degli agenti, che hanno parlato di legittima difesa. Una tesi, questa, che appare destinata a essere smentita dall’emergere di documenti interni di polizia in precedenza occultati. – Misna

 

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