La Corte penale internazionale (Cpi) ha deciso di chiudere la sua inchiesta sui crimini di guerra commessi in Darfur, e di conseguenza sul presidente Omar Hassan al-Bashir. La decisione di sospendere ogni azione è stata presa venerdì, ieri il presidente sudanese ha parlato di una vittoria del Sudan contro i tentativi di “umiliazione” condotti nei suoi confronti.
Annunciando la sospensione dell’azione giudiziaria, il procuratore capo Fatou Bensouda ha in realtà detto che la decisione è stata presa a causa di una mancanza di iniziativa delle Nazioni Unite. Secondo Bensouda, l’immobilità della comunità internazionale avrebbe di fatto consentito ai responsabili di crimini di guerra di portare avanti azioni brutali in particolare contro donne e ragazze.
Bashir era stato rinviato a giudizio nel 2009 per fatti risalenti al 2003, ma aveva rifiutati di riconoscere l’autorità del Tribunale. Una posizione che nel tempo ha raccolto diversi sostenityori tra i capi di Stato africani secondo cui la Corte penale internazionale agirebbe con standard diversi a seconda dei paesi. Commentando la notizia Bashir ha detto che “è stato il popolo sudanese a rimanere saldo sulle proprie posizioni e a dire che nessun rappresentante sudanese debba arrendersi a un tribunale coloniale, si trovi esso all’Aja o altrove”. – Atlasweb