Almeno 63 persone sono state uccise nella notte in Nigeria da sospetti militanti islamici nel villaggio di Izghe, nello Stato nordorientale del Borno, al grido di ‘Allah è grande’. Lo riferisce uno dei sopravvissuti, spiegando che le vittime sono state sgozzate o uccise a colpi d’arma da fuoco e che gli aggressori, dopo avere rubato scorte di cibo, sono fuggiti a bordo di 10 veicoli. Maina Ularamu, presidente del governo locale, ha invece riferito ad Associated Press di oltre 50 morti. I sopravvissuti raccontano di essere fuggiti a piedi dal Borno all’Adamawa. Si tratta di due dei tre Stati del nordest della Nigeria in cui vige lo stato d’emergenza, dichiarato dal governo per fermare la violenta rivolta della setta radicale islamica Boko Haram, in corso da quattro anni. La zona è abitata perlopiù da cristiani.
I militanti di Boko Haram attaccano abitualmente i civili dopo che vengono attaccati dall’esercito. Mercoledì l’aviazione nigeriana ha cominciato bombardamenti aerei quotidiani sui nascondigli degli estremisti nei nascondigli vicino Izghe, nella foresta Sambisa, lungo il confine con il Camerun. I soldati sono avanzati poi a piedi dopo i bombardamenti e almeno nove di loro e diversi militanti sono rimasti uccisi in alcune ore di feroci scontri, secondo quanto riferiscono fonti militari e ospedaliere. Dopo l’attacco le autorità locali hanno chiesto all’esercito di dispiegare più truppe, dicendo che i militanti sono più numerosi dei soldati e dotati di armi antiaeree e auto blindate. Decine di soldati sono arrivati di stanza negli ultimi giorni nella città di Madagali, a circa 30 chilometri dall’attacco di stanotte. – LaPresse/AP