La “perdita di fiducia” nel locale ufficio Onu (Bnub) a Bujumbura e le “potenziali gravi conseguenze del rapporto in termini di instabilità e divisioni sociali”: con una nota ufficiale in 19 punti, il governo burundese ha reagito al rapporto diplomatico confidenziale della scorsa settimana nel quale veniva denunciata la consegna di armi ai giovani del Cndd-Fdd (al potere), gli Imbonerakure. Il documento pubblicato da alcuni media, destinato al segretario generale dell’Onu, era a firma del capo del Bnub Parfait Onanga-Anyanga.
Nella risposta l’esecutivo del presidente Pierre Nkurunziza deplora che “un documento su un argomento così sensibile sulla presunta distribuzione di armi per commettere un ipotetico genocidio, sia stato stilato senza alcuna collaborazione delle autorità e senza averle messe a conoscenza”. Il comunicato ufficiale sottolinea che le accuse “in cattiva fede” sono emerse mentre la locale sede delle Nazioni Unite è destinata a chiudere, entro fine 2014. Per le autorità burundesi, anche l’opposizione dell’Adc Ikibiri ha soffiato sul vento poiché “intende trarre vantaggio dell’immagine di un paese sempre sull’orlo della catastrofe, contenuta nel rapporto confidenziale”, sottolineando che “arma preferita di alcuni politici è la menzogna e la demonizzazione dei fatti sociali presentati in modo globale”.
Il comunicato governativo chiede poi all’Onu e alla comunità internazionale di “assumersi tutte le responsabilità delle conseguenze che potranno scaturire dal rapporto”, temendo che sulla scia delle notizie rilanciate “armi finiscano nelle mani di vari gruppi criminali che seminano violenza dalle elezioni del 2010, a volte anche con la complicità dei politici”. Per Bujumbura, il documento messo in circolazione potrebbe nuovamente spingere alcune forze politiche ad “alimentare l’insicurezza per destabilizzare il paese” in vista delle presidenziali del 2015, “per sabotare le urne e accedere al potere in una situazione di caos”.
Inoltre, proseguono le autorità burundesi, “evocare lo spettro di un genocidio imminente mentre il Rwanda sta commemorando il ventennale dei massacri lascerà trace, soprattutto tra la popolazione che vive in zone rurali e in piena riconciliazione”. Bujumbura si impegna a portare avanti il processo di disarmo e a garantire la sicurezza del territorio nazionale, sottolineando che il presidente del Movimento per la solidarietà e lo sviluppo (Msd, opposizione), il latitante Alexis Sinduhije, “è ricercato dalla giustizia” e accusando “bande dei suoi giovani sostenitori di violenze ai danni delle forze di sicurezza”. – Misna