Finalmente il Dialogo Nazionale ha preso la decisione definitiva di tenere gli scrutini per le politiche prima di quelli per le presidenziali. La questione dell’ordine delle prossime elezioni politiche e presidenziali aveva fatto perdere molto tempo ed accentuato le divergenze tra i partiti politici a tal punto che alcuni avevano addirittura invocato un passaggio in aula per sciogliere questo nodo cruciale. Malgrado l’accordo iniziale raggiunto senza difficoltà sulla necessità di tenere scrutini separati per politiche e presidenziali, il blocco su questa questione rischiava di mettere in pericolo la possibilità dello svolgimento entro la fine dell’anno della tornata elettorale. Sono state necessarie molte riunioni del dialogo nazionale per poter giungere a questa decisione, presa infine con voto a maggioranza dei due terzi: 12 partiti contro 6 hanno optato per tenere prima le legislative. Ora la parola passa all’Assemblea Nazionale Costituente che dovrà mettere in calendario una seduta plenaria per fissare definitivamente le date delle elezioni.
Ricordiamo che la nuova legge elettorale prevede per le politiche il voto proporzionale ad un turno per circoscrizione, senza soglia minima, per le presidenziali scrutino maggioritario e doppio turno. I giorni proposti dall’ISIE, (Istanza superiore Indipendente per le Elezioni), l’organo indipendente che si occupa dell’organizzazione delle elezioni sono il 26 ottobre per le politiche, il 23 novembre per il primo turno di presidenziali e il 28 dicembre per il secondo turno. Mustapha Ben Jaafar, presidente dell’ANC ha annunciato alla stampa che entro la fine di questa settimana conosceremo la data delle elezioni, e che “il processo di transizione democratica è stato rimesso sui binari”. Jawhar Ben M’Barek, professore universitario ed esperto osservatore della scena politica giudica positivamente la scelta presa dal dialogo nazionale poiché viene ritenuta più adatta al sistema politico disegnato nella Costituzione, che è più parlamentare che presidenziale. La questione, a dire il vero, sembra interessare più i partiti che i tunisini che desiderano soprattutto una data certa per le elezioni: le forze politiche infatti già pensano ad eventuali alleanze più facili da realizzare con le politiche prima delle presidenziali e la stampa locale evoca spesso la possibilità di “grandi alleanze”. Ad ogni modo riuscire a rispettare la scadenza prevista dalla Costituzione, di votare entro la fine dell’anno, sarà una corsa contro il tempo. Il 23 giugno cominciano le iscrizioni dei cittadini alle liste elettorali e anche per questo Chafik Sarsar, presidente dell’ISIE mette in guardia tutte le parti interessate affermando che, a prescindere dalla decisione presa venerdì dal dialogo nazionale, “Ogni ritardo nell’organizzazione delle elezioni rischia di mettere in paricolo la stabilità del paese e compromettere la sua economia”. (ANSAmed)