Sono in forte aumento gli investimenti stranieri in Mozambico: lo rivela uno studio del Banco Português de Investimento (Bpi), istituto di Lisbona che sottolinea come il flusso di denaro sia alimentato soprattutto dal Brasile e stia finanziando per lo più lo sfruttamento di risorse naturali.
Secondo le stime di Bpi, tra il 2011 e il 2012 il valore degli investimenti stranieri diretti in Mozambico è passato da due miliardi e 700 milioni di dollari a cinque miliardi e 200 milioni. “La capacità di attrarre capitali e lo sfruttamento delle risorse naturali – si legge in uno studio della banca portoghese – hanno avuto un ruolo decisivo nel sostenere il potenziale di crescita dell’economia”.
Stando ai dati diffusi a Lisbona, l’83% degli investimenti stranieri è assorbito dall’industria estrattiva. A guidare la classifica dei progetti beneficiati da questo flusso di denaro sono due miniere di carbone situate nella provincia settentrionale di Tete: Benga, gestita dalla società anglo-australiana Rio Tinto, e Moatize, in mano ai brasiliani di Vale. Proprio il Brasile guida la graduatoria dei paesi esportatori di capitali. Il paese latinoamericano vale un quarto del totale degli investimenti ed è seguito da Stati Uniti (18%), Australia (12%) e Italia (12%).
Secondo Bpi, anche quest’anno l’economia del Mozambico sarà trainata dal settore minerario e crescerà di oltre l’8%. Una previsione in linea con il giudizio del Fondo monetario internazionale (Fmi), secondo il quale l’ex colonia portoghese sarà almeno fino al 2018 una delle 15 economie più dinamiche del mondo. Un peso dovrebbero avere le scoperte di giacimenti di idrocarburi effettuate di recente nel canale di Mozambico, non lontano dal confine con la Tanzania. – Misna