16/09/2014 – Sud Sudan – Governo-ong, ordinanze e tensioni

di AFRICA

 

Un nuovo segnale di una crescente insofferenza delle autorità nei confronti delle organizzazioni non governative straniere: fonti della MISNA definiscono in questi termini la notizia circolata sulla stampa di Juba in merito a restrizioni sull’impiego di personale non sud-sudanese da parte delle ong.

Del provvedimento, che sarebbe stato notificato attraverso una circolare, hanno riferito in settimana quotidiani ed emittenti radiofoniche. Stando a queste ricostruzioni, le ong operanti sul territorio nazionale avrebbero l’obbligo di comunicare alle autorità i nomi dei loro responsabili stranieri e di sostituirli “entro il 15 ottobre” con “sud-sudanesi competenti”.

Secondo le fonti della MISNA, il forum che riunisce le ong operanti in Sud Sudan “sta verificando l’autenticità e la portata del documento”. A ogni modo, sottolineano da Juba, la notizia è di per sé manifestazione di un’insofferenza del governo cresciuta progressivamente dopo l’inizio del conflitto armato con i ribelli nel dicembre scorso. “Alcuni mesi fa – ricordano le fonti – agli operatori delle ong era stato vietato l’uso delle bandiere per gli spostamenti in automobile nonostante le preoccupazioni diffuse in fatto di sicurezza”.

Il provvedimento era stato notificato nel pieno del conflitto tra le forze fedeli al presidente Salva Kiir e i ribelli, legati al suo ex vice Riek Machar. Un conflitto tutt’ora in corso; e accompagnato da subito da tensioni tra il governo e la Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss), accusata di proteggere ribelli nelle basi dei “peacekeeper” e finita nel mirino per trasferimenti di armi non concordati con Juba. – Misna

 

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