Almeno 43 persone sono morte e 400 sono rimaste ferite negli scontri che si sono registrati venerdì sera a Tripoli, in Libia, dopo che i membri della milizia di Misurata hanno sparato contro un raduno di manifestanti che chiedevano loro di andarsene dalla capitale, dove si erano insediati dopo la deposizione di Muammar Gheddafi nel 2011. Ma il bilancio dei morti potrebbe salire perché alcune delle persone ricoverate in ospedale versano in gravi condizioni.
Intanto si registrano nuovi scontri tra miliziani rivali. Le ultime violenze, confermate dal primo ministro libico Ali Zeidan, si sono verificate nel sobborgo di Tajoura. Zeidan ha rivolto un appello alle parti a ”esercitare la massima moderazione” aggiungendo che ”nessuna forza che è fuori Tripoli deve cercare di entrare in città perché la situazione è molto tesa e potrebbe peggiorare ulteriormente”.
A Tripoli le autorità hanno proclamato tre giorni di lutto. L’annuncio è stato dato dal leader del Consiglio locale di Tripoli Sadat Elbadri con un messaggio alla tv. Elbadri ha poi annunciato che il Consiglio aiuterà le famiglie di coloro che sono stati ”martirizzati” a difendere i loro diritti. Inoltre ha rivolto un appello agli abitanti della zona ad abbandonare l’area nel caso di ulteriori scontri. – Adnkronos/