I Fratelli musulmani egiziani rompono gli indugi e si schierano per il boicottaggio del referendum sulla nuova costituzione indetto dal presidente ad interim Adly Mansour per il 14 e 15 gennaio. La decisione era gia’ nell’aria da qualche tempo, anche se non era escluso che la Confraternita decidesse di partecipare facendo campagna per il no. Un portavoce della Fratellanza ha detto in giornata che il movimento di riferimento del deposto presidente Mohamed Morsi ha deciso di boicottare la consultazione perche’ indetta dalle autorita’ nate dal “golpe militare” del 3 luglio. “Andare a votare significherebbe legittimare il colpo di stato” ha detto Mohamed em Qhatib che ha definito “nulla” la costituzione approvata dal comitato dei 50 il primo dicembre.
La mossa ella Confraternita arriva proprio mentre le piazze del Cairo vengono percorse nuovamente da tensioni. L’occasione, oggi, e’ il secondo anniversario di scontri davanti al Consiglio dei ministri il 16 dicembre 2011, all’epoca della Consiglio militare, nei quali tre manifestanti persero la vita e 255 rimasero feriti in proteste contro lo sgombero da parte delle forze dell’ordine di un sit in a piazza Tahrir nel quale quaranta persone vennero uccise. Scontri sono scoppiati fra manifestanti pro-Morsi e forze dell’ordine al ministero della Difesa mentre centinaia di manifestanti pro rivoluzione 2011 e del movimento 6 aprile, hanno marciato sul ponte dei leoni in direzione di piazza Tahrir, per commemorare gli scontri di due anni fa. Tafferugli fra pro e anti militari sono esplosi anche davanti alla sede del Consiglio dei ministri in serata provocando, secondo alcune fonti, decine di feriti.
La scelta di boicottare le urne non e’ nuova nell’Egitto del post Mubarak. A scegliere di non andare a votare nel giugno dell’anno scorso fu lo schieramento laico e liberare all’epoca guidato da Mohamed el Baradei che decise di non partecipare al voto che poi incorono’ Morsi primo presidente dei Fratelli musulmani. Il referendum di gennaio come gli altri due costituzionali che lo hanno preceduto nel 2011 e 2012 non ha quorum. La scelta di boicottare quindi e’ puramente politica e segnala ancora una volta la spaccatura profonda del paese a poco meno di sei mesi dalla deposizione di Morsi. Il referendum di gennaio e’ il primo passaggio della road map delineata dal capo dei militari e uomo forte egiziano Abdel Fattah el Sissi per un ritorno alla normalita’ democratica, che passa per elezioni legislative e presidenziali e sostituisce quella approvata sotto i Fratelli musulmani. Oltre ad essere considera “nulla” dai Fratelli musulmani, e’ gia’ stata contestata dai movimenti degli attivisti che la considerano ancora troppo favorevole ai militari.
La campagna elettorale rischia quindi di riscaldarsi molto presto, mentre molti guardano gia’ ad un altro appuntamento simbolico e carico di significati, il 25 gennaio, terzo anniversario della rivoluzione anti Mubarak. * Danila Clegg (ANSAmed)