E’ in lutto il mondo del giornalismo congolese dopo la morte di Germain Kennedy Muliwavyo, deceduto ieri all’ospedale generale di Oicha, in Nord Kivu, in seguito ad un attacco dei ribelli ugandesi. Un convoglio di tre giornalisti, sul posto per realizzare un reportage autorizzato, è caduto in un’imboscata delle Forze democratiche alleate (Adf-Nalu) nei pressi di Lesse, villaggio del territorio di Beni-Mbau. Muliwavyo, giornalista della radiotelevisione Muungano è stato raggiunto da due proiettili alla pancia e alla testa che ne hanno successivamente causato il decesso. Sono stati gravemente feriti ma sono ormai fuori pericolo gli altri due colleghi vittime dell’aggressione: Mitterrand Hangi, dipendente della stessa emittente, e Patient Subiri della radiotelevisione Rwanzururu di Beni. “E’ una notizia sconvolgente, siamo sotto choc (…) Un giornalista non è un combattente. Siamo di fronte a un crimine: i ribelli delle Adf-Nalu hanno osato attaccare un convoglio di giornalisti” ha denunciato Kassonga Mboukar, segretario generale dell’Unione nazionale della stampa congolese.
In base alla ricostruzione dei fatti riportata dall’emittente locale dell’Onu Radio Okapi, i ribelli hanno attaccato un veicolo militare che trasportava i tre giornalisti ma anche munizioni e viveri destinati alla località di Nobili, conquistata dalle forze armate regolari congolesi (Fardc) venerdì scorso. Fonti di sicurezza hanno riferito che l’imboscata è stata seguita da un’intesa sparatoria durata una decina di minuti e nel corso della quale un numero imprecisato di assalitori è rimasto ucciso. L’attacco è stato commesso solo poche ore dopo i proclami di vittoria dell’esercito sulla ribellione ugandese. Almeno 230 combattenti sono stati uccisi nell’operazione ‘Sokola’ (‘pulire’ in lingua locale), lanciata lo scorso 16 gennaio, mentre “i principali bastioni delle Adf-Nalu nel territorio di Beni sono stati riconquistati” aveva annunciato il portavoce dell’esercito in Nord Kivu, il colonnello Olivier Hamuli. Ultimi sulla lista sono stati i villaggi di Nobili e Kamango, nella zona di Watalinga; nei prossimi giorni dovrebbe riaprire la strada che ricollega Mbau a Kamango.
Tuttavia le ultime notizie dal terreno sono in contrasto con gli annunci positivi di fonti militari e governative. Oltre all’imboscata ai danni dei giornalisti, scontri sono in corso da 48 ore nella zona del Masisi, altro territorio della ricca provincia mineraria del Nord Kivu. Le Fardc stanno combattendo contro miliziani Mayi Mayi Nyatura nei pressi di Bukombo, a una decina di chilometri dal capoluogo di Masisi. La locale società civile ha riferito di un afflusso di civili in fuga da Loashi, Nyabiondo e Bukombo in direzione di Lukweti e il centro di Masisi.
Dopo la sconfitta militare della ribellione del Movimento del 23 marzo (M23), le Adf-Nalu sono in cima alla lista dei gruppi armati da sradicare dalla ricca provincia mineraria. Kinshasa e la locale missione Onu (Monusco) sono anche partite in guerra contro gli hutu ruandesi le Forze di liberazione del Rwanda (Fdlr), l’altra formazione ribelle che storicamente destabilizza l’est del Congo, confinante con Rwanda e Uganda. Ma sul terreno sono attive decine di altri gruppi e milizie. – Misna