Lo scontro tra comunità di pastori e di contadini è una costante della storia della Nigeria, ma il governo attuale si sta dimostrando incapace di prevenire e gestire le minacce alla pace: lo dice alla MISNA padre Ralph Madu, segretario generale della Conferenza episcopale, dopo le stragi nello Stato settentrionale di Kaduna.
“Il conflitto tra i pastori di etnia Fulani e i contadini dei villaggi – sottolinea padre Madu – sono stati storicamente frequenti non solo a Kaduna ma anche negli Stati del centro e dell’est, da Plateau a Benue”. Secondo il segretario generale della Conferenza episcopale, però, la cronicità del conflitto non riduce le responsabilità del presidente Goodluck Jonathan e in genere di chi deve assicurare la sicurezza dei beni e delle persone. “Gli amministratori di Abuja e dei singoli Stati della Federazione nigeriana – sottolinea padre Madu – sembrano non capire che il problema può essere risolto solo tramite l’allocazione di appezzamenti ai Fulani, garantendo i diritti di pascolo e allo stesso tempo tutelando la comunità di contadini ai quali tradizionalmente la terra appartiene”.
La richiesta di “soluzioni sostenibili per la pace e la riconciliazione negli Stati del nord e della Fascia di mezzo della Nigeria” è al centro di un messaggio diffuso dai vescovi al termine di una sessione plenaria della Conferenza episcopale che si è tenuta ad Abuja. “Il livello di insicurezza è tale – sottolinea padre Madu – che milioni di nigeriani non sanno cosa li aspetterà il domani”. Un sentimento alimentato dalla “complessità” e dalla “multidimensionalità” dei conflitti che attraversano la Nigeria. “Particolarmente dolorose – sottolinea il segretario generale della Conferenza episcopale – sono state le stragi di studenti perpetrate dagli islamisti di Boko Haram negli Stati nord-orientali di Borno, Yobe e Adamawa”. – Misna