Almeno 16 persone sono rimaste uccise negli attacchi messi a segno dalla ribellione ugandese dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra) nella regione di Bria (nord-est): lo riferiscono fonti di stampa centrafricana precisando che i fatti risalgono al 13 giugno. In passato la regione diamantifera è già stata bersagliata dai ribelli ugandesi che, questa volta, hanno assaltato due villaggi. Fonti locali hanno sottolineato che si è trattato di attacchi “di un’estrema efferatezza ai danni dei civili” – 12 sono morti e dieci feriti – che a loro volta hanno cercato di dare la caccia ai miliziani, uccidendone quattro; inoltre decine di abitazioni sarebbero stata saccheggiate e danneggiate.
I due episodi di violenza si sono verificati poco dopo che le autorità di Bangui hanno lanciato un’operazione di sicurezza e di lotta all’Lra. “Mentre vi parlo, siamo in guerra con la ribellione dell’Lra” ha dichiarato da Libreville, durante il vertice dell’Africa centrale, il presidente centrafricano Michel Djotodia, ex capo della coalizione Seleka al potere dallo scorso marzo con un colpo di stato. Appena arrivato alla guida del paese, Djotodia aveva promesso ai centrafricani di “cacciare i ribelli ugandesi dal nostro territorio entro tre mesi”.
Osservatori hanno fatto notare che il nuovo uomo forte di Bangui non è riuscito a mantenere l’impegno preso e che gli ultimi attacchi dell’Lra hanno fatto chiaramente emergere la debolezza delle nuove autorità. La lotta all’insicurezza costituisce una delle principali sfide del governo di transizione che deve anche far fronte a combattenti indisciplinati della stessa Seleka e alla presenza di altri gruppi armati stranieri.
Dopo gli assalti a Bria, Djotodia ha affidato a Zacaria Damane, uno dei generali della Seleka, il mandato di catturare ribelli ugandesi anche perché Washington ha promesso una taglia di cinque milioni di dollari. Secondo alcune fonti di stampa, le autorità di Bangui ritengono che la campagna contro l’Lra potrebbe consentire loro di guadagnare il riconoscimento della comunità internazionale. Dopo il colpo di stato dello scorso 24 marzo, condannato dai paesi occidentali, il Centrafrica è stato sospeso dall’Unione Africana. A Bria il generale Damane può, per ora, contare su 120 uomini e un aereo; formalmente né l’Unione Africana né l’Onu stanno collaborando con Bangui nella lotta all’Lra. I paesi della Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale (Cemac) hanno assicurato a Djotodia il prossimo dispiegamento in Centrafrica di altri 1300 soldati e aiuti per 25 miliardi di franchi cfa. I capi di Stato della Cemac hanno inoltre deciso di mantenere la sede dell’organizzazione regionale a Bangui. – Misna