Un’intesa tra i partiti sulla data delle elezioni è essenziale perché il voto possa svolgersi in modo corretto e pacifico: lo dice alla MISNA padre Frederick Chiromba, segretario generale della Conferenza episcopale dello Zimbabwe, sottolineando come le ferite causate dalle violenze di cinque anni fa restino aperte.
La tensione tra i partiti è tornata a salire la settimana scorsa, dopo la pubblicazione del decreto con il quale il capo di Stato Robert Mugabe ha fissato le elezioni presidenziali e legislative al 31 luglio. Una scelta motivata con una recente sentenza della Corte costituzionale di Harare, ma che è stata subito respinta dal Movimento per il cambiamento democratico del primo ministro Morgan Tsvangirai (Mdc-T). “Il decreto pone un problema – sottolinea padre Chiromba – perché è un atto unilaterale non fondato su una posizione comune dei partiti del governo di unità nazionale”.
Secondo il segretario della Conferenza episcopale, la Chiesa spera che lo Zanu-Pf di Mugabe, l’Mdc-T e i partiti minori trovino un accordo. “Come chiesto nel fine-settimana dai mediatori della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe – dice padre Chiromba – il governo potrebbe ottenere dalla Corte costituzionale un’autorizzazione a posticipare il voto”.
I timori della Chiesa si fondano sulla consapevolezza che la crisi politica e le violenze elettorali del 2008 hanno lasciato nel paese ferite profonde. “Gli assassinii e le violenze – sottolinea padre Chiromba – sono ancora vivi nel ricordo delle comunità; per questo, come Chiesa, stiamo organizzando incontri, dibattiti e seminari in tutte le province e le città”. Un impegno declinato anche attraverso l’Osservatorio ecumenico per la pace nello Zimbabwe, nato a marzo, e una presenza costante sui mezzi di informazione nazionali. “Con i giornalisti – dice il segretario della Conferenza episcopale – non perdiamo occasione per promuovere le ragioni del dialogo”. – Misna