Il Comitato per la liberazione di Ceuta e Melilla, creato in Marocco nel 2007 e protagonista di diverse azioni di stampo nazionalista, è stato sciolto perché i suoi membri “hanno perso la speranza”. Lo ha annunciato questa settimana in conferenza stampa uno dei suoi fondatori, Yahya Yahya.
Giovedì scorso Yahya – senatore e sindaco di Beni Enzar, nel nord del Marocco – è stato condannato dal Tribunale di prima istanza di Nador a tre mesi di carcere e a pagare una multa di mille dirham (circa 90 euro), dopo essere stato accusato di aver partecipato nel novembre 2012 ad una “manifestazione senza l’autorizzazione delle autorità competenti”.
Yahya, che ha dato dell’ “ipocrita” al governo marocchino, ha presentato le scuse del comitato al governo e popolo spagnolo per “le difficoltà che abbiamo potuto causare (…) Non disturberemo più la Spagna per ciò che riguarda le città occupate di Ceuta e Melilla”.
“Siamo passati da eroi nel nostro paese ad essere trattati come criminali”, ha detto Yahya, il quale ha ricordato che l’attivista marocchino Said Chramti, elemento di spicco del comitato, da febbraio sconta una condanna di 18 mesi di detenzione nella prigione di Nador, mentre altri tredici membri saranno giudicati nei prossimi mesi. Chramti si trova in carcere perché accusato di aver aggredito degli agenti della polizia spagnola alla frontiera con Melilla.
Secondo Yahya, i membri del comitato hanno anche lasciato il Partito Marocchino Liberale, guidato dall’avvocato Mohamed Ziane, noto per le sue idee nazionaliste.
Il comitato era composto da pochi attivisti e non godeva di grande sostegno popolare. Ha però condotto azioni di alto profilo come l’ “occupazione” per alcune ore del Peñón de Vélez de la Gomera, di sovranità spagnola, e l’amputazione e il furto del braccio della statua di Pedro de Estopiñán, fondatore di Melilla, nella piazza centrale della città. – Atlasweb