17/07/13 – Somalia -Dal Somaliland al Kenya il petrolio alimenta i conflitti

di AFRICA

Incertezze nell’attribuzione di concessioni petrolifere, alimentate anche da contrasti tra il governo di Mogadiscio, la regione autonoma del Somaliland e quella semi-autonoma del Puntland, rischiano di alimentare i conflitti in Somalia: la tesi è sostenuta in un rapporto appena consegnato al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Secondo lo studio, redatto da un “gruppo di monitoraggio” delle Nazioni Unite, la Costituzione in vigore nel paese del Corno d’Africa riconosce ai governi regionali un’ampia autonomia nell’assegnazione delle concessioni. Il governo di Mogadiscio, avvertono però gli esperti, sta premendo affinché i deputati approvino un disegno di legge che gli attribuisca nuovi poteri di decisione.

Nel rapporto, in realtà, si sottolinea che le concessioni contestate sono già diverse. La società norvegese Dno e gli svedesi di Africa Oil deterrebbero diritti di prospezione in due aree in parte sovrapposte, date in concessione in un caso dal Somaliland e in un altro dal Puntland. Problemi, sottolineano gli esperti dell’Onu, possono sorgere anche a causa di contenziosi sui confini marittimi. Lo ha confermato lo scorso anno la decisione del governo di Nairobi di sospendere una concessione assegnata ai norvegesi di Statoil per un blocco al confine tra Somalia e Kenya. La società non aveva avviato le prospezioni, violando le clausole del contratto, in assenza di un accordo tra i due paesi sulla linea della frontiera.

La Somalia è ostaggio di un conflitto civile cominciato nel 1991, dopo la caduta del presidente Siad Barre. Le multinazionali del petrolio sono tornate a esprimere interesse per il paese dopo la cacciata dei ribelli di Al Shabaab da Mogadiscio nel 2011. – Misna

 

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