Nonostante la recente vittoria militare sulla ribellione del Movimento del 23 marzo (M23) si registrano nuove vittime in Nord Kivu. L’emittente locale Radio Okapi ha confermato l’uccisione di 21 persone in due attacchi, commessi con “estrema brutalità” in due villaggi – Musuku e Biangolo – alle porte di Beni. La locale missione Onu (Monusco) ha riferito che le vittime, per lo più donne e bambini, sono state “colpite con il machete tra venerdì e sabato scorso”. Il capo dei caschi blu nel paese, Martin Kobler, ha assicurato che “queste atrocità non rimarranno impunite”, senza però fornire alcun elemento in merito ai presunti responsabili.
Per la società civile locale, “la carneficina dei giorni scorsi” reca il ‘marchio’ delle Adf-Nalu (Forze alleate democratiche-Esercito nazionale per la liberazione dell’Uganda), la ribellione ugandese attiva nella zona di Beni, nata nel 1995 nel paese confinante con l’obiettivo di destituire il presidente Yoweri Museveni. Negli ultimi tre anni i ribelli delle Adf-Nalu si sarebbero resi responsabili del rapimento di più di 600 persone ma anche del reclutamento forzato di civili successivamente addestrati per combattere o costretti a lavorare nei campi nella parte più settentrionale del Nord Kivu, alla frontiera con l’Uganda, tra il Lago Alberto e il Lago Eduardo.
La società civile del territorio di Beni ha chiesto all’esercito congolese (Fardc) e alla Monusco di “avviare operazioni mirate per sconfiggere le Adf-Nalu e liberare la zona”. Dal 2007 a guidare la ribellione, iscritta nell’elenco delle organizzazioni terroristiche stilato da Washington, è Jamil Mukulu, un cristiano convertito all’islam, colpito da sanzioni decise dall’Onu e dall’Unione europea. Lo scorso luglio, la zona di Kamango, a 80 chilometri di distanza da Beni, è stata teatro di pesanti scontri tra i soldati congolesi e i ribelli ugandesi che hanno costretto decine di migliaia di persone a rifugiarsi in Uganda.
Gli attacchi dei giorni scorsi ma anche gli “spostamenti di un numero significativo di ribelli”, riferiti da testimoni locali, si verificano mentre caschi blu della Monusco, militari della brigata di intervento ed esercito sono impegnati in un’offensiva contro i ribelli hutu delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) in Nord Kivu e i miliziani della Forza di resistenza patriottica dell’Ituri (Frpi) di Cobra Matata nella provincia Orientale, più a nord. L’Onu ha già indicato nelle Adf-Nalu il prossimo obiettivo delle operazioni militari tese a riportare la pace nella vasta e ricca provincia mineraria dopo un annoso conflitto. – Misna