La produzione del petrolio in Libia è calato del 60% negli ultimi giorni a causa degli scontri tra forze filo-governative e milizie filo-islamiche nel polo petrolifero dell’est e della chiusura del porto di Sidra, il più grande scalo di esportazione. Lo riferisce una fonte del governo di Abdullah al Thani.
Secondo la stessa fonte, prima del calo la produzione in mano al governo era di 800 mila barili al giorno, cui si aggiungevano 340 mila b/g nelle zone controllate dalle milizie di Fajr Libya fedeli al governo “parallelo” di Tripoli.
Oggi le milizie filo-islamiche di Fajr Libya (Alba della Libia) hanno smentito di aver compiuto un raid aereo ieri sulla zona petrolifera nell’est del Paese. “Non abbiamo usato alcun aereo”, ha detto il portavoce militare, Ismail Shoukri, citato dai media libici, aggiungendo che obiettivo dell’offensiva terrestre è di “togliere l’assedio dei porti da parte di gruppi fuori legge”. Il riferimento è a Ibrahim Jadran, l’ex autonomista e capo delle guardie delle istallazioni petrolifere che per quasi un anno bloccò i porti di esportazione. (ANSAmed).