di Federico Monica
Manca ancora l’ufficialità e i dati demografici vanno sempre presi con le pinze ma sembra ormai certo che la maggioranza della popolazione del continente africano viva oggi in una città. Un passaggio epocale che smentisce antichi luoghi comuni e un immaginario collettivo che ancora oggi dipinge il continente come terra di villaggi, savane, deserti o foreste inestricabili. Se è vero che l’Africa è l’ultimo dei cinque continenti a diventare a maggioranza urbana va ricordato allo stesso tempo che da almeno un decennio è nelle città africane che si verificano i tassi di crescita urbana più elevati del pianeta. Una vera e propria corsa inarrestabile alla città che ha portato alla formazione di decine di metropoli milionarie e di centinaia di centri piccoli o medi che hanno raddoppiato il numero di residenti nell’arco di pochi decenni senza dare segni di rallentamento.
Urbanizzazione fuori controllo
L’urbanizzazione travolgente viene da sempre associata alla migrazione dalle aree rurali verso le città, una causa che però non è più sufficiente a spiegare il fenomeno. Certo l’abbandono delle campagne è una realtà a cui prestare attenzione, soprattutto per gli effetti sul piano ambientale, sulla produzione agro-alimentare e sull’aumento di povertà e informalità urbana, tuttavia il peso numerico delle migrazioni interne è sempre meno rilevante rispetto all’aumento demografico interno. Infatti, seppure i tassi di crescita demografica nelle città siano sensibilmente inferiori a quelli delle campagne, si mantengono su percentuali sostenute, che oscillano fra il 2% e il 3,5%. Valori che presi di per sé non dicono moltissimo, ma che tradotti in numeri reali sulla base della popolazione di alcune città del continente diventano impressionanti. Prendiamo Lagos, la città più popolosa del continente, e consideriamo per buona la stima di circa 16 milioni di residenti; ipotizzando un tasso di crescita demografica del 2% scopriamo che la città aumenta di circa 320.000 abitanti l’anno. Ciò significa che, al netto delle migrazioni interne, ogni giorno a Lagos è necessario trovare spazio, servizi e risorse per quasi 1000 nuovi residenti. Altre città, seppure con numeri più limitati non se la passano molto meglio, Dakar aumenta di oltre centomila unità all’anno e cifre analoghe riguardano Abidjan o Accra. Ragionare su numeri di questa portata permette anche di riconsiderare tanti discorsi sull’inerzia delle amministrazioni locali e sull’inefficienza delle politiche abitative o di offerta dei servizi. Le colpe di governi e autorità locali per carenze strutturali e ritardi sono molte e in diversi casi imperdonabili, ma va riconosciuto che nessuna città al mondo, comprese quelle che si fregiano del titolo di smart cities, sarebbe in grado di gestire ritmi di crescita così elevati senza andare in crisi.