Continua il braccio di ferro politico ed istituzionale tra la maggioranza e il principale partito di opposizione della minoranza tutsi. Ieri sera il presidente Pierre Nkurunziza ha nominato nuovi ministri dell’Unione per il progresso nazionale (Uprona) in sostituzione dei tre che due settimane fa hanno rassegnato le dimissioni in segno di protesta con il potere. Sui cinque ministri scelti dal capo dello Stato, che ha operato un rimpasto di governo, tre sono esponenti dell’Uprona. Dieudonné Giteruzi è il nuovo ministro per lo Sviluppo comunale, Tharcisse Nhezabahizi diventa ministro dell’Informazione e delle Telecomunicazioni mentre a Marie Rose Nizigiyimana è stata assegnata alla direzione del ministero del Commercio e dell’Industria. Uno dei portavoce dell’Uprona, Bonaventure Gasutwa, ha già annunciato che “i tre nuovi nominati non sono riconosciuti dal partito poiché sono dei traditori”.
In una riunione tenuta nel fine settimana, il comitato centrale del partito tutsi ha deciso di uscire in modo definitivo dall’esecutivo e ha escluso a vita dai suoi ranghi alcuni alti dirigenti, tra cui Prosper Bazombanza, eletto la scorsa settimana primo vice presidente del Burundi con il sostegno del Cndd-Fdd (partito al potere della maggioranza hutu). Davanti alla sede dell’Uprona a Bujumbura, mentre era in corso la riunione politica, la polizia ha disperso un corteo di militanti e ha arrestato tre esponenti del partito, tra il portavoce Tatien Sibomana, accusato di “ribellione, oltraggio e violenza ai danni delle forze pubbliche”.
Ieri il ministro dell’Interno Edouard Nduwimana ha lanciato un avvertimento alla formazione tutsi, minacciando “ritorsioni” se dovesse tentare di destabilizzare il paese. La direzione dell’Uprona, che ha confermato la sua intenzione di portare avanti la sua “lotta”, ritiene invece la maggioranza presidenziale responsabile della crescente tensione.
Un’escalation nei toni e nei fatti sulla quale si è ufficialmente pronunciato l’esercito nazionale. “Ci sono voci in circolazione in merito al fatto che l’esercito interverrà nella crisi politica in atto, che si sta deteriorando. La Costituzione esige dalla polizia e dai militari la neutralità e noi la rispetteremmo. Tocca ai politici risolvere da soli i loro problemi e in nessun modo devono coinvolgere le forze di difesa e di sicurezza” ha dichiarato in conferenza stampa il ministro della Difesa, il maggior generale Pontien Gaciyubwenge, sottolineando che “l’esercito burundese è unito, dai vertici alla base”.
Al centro del dibattito politico in Burundi, uscito otto anni fa dalla guerra civile tra hutu (85% della popolazione) e tutsi (il 14%), c’è soprattutto la possibile modifica della Costituzione per consentire al presidente Nkurunziza di candidarsi ad un terzo mandato alle elezioni dell’anno prossimo. – Misna