Il copilota che ieri ha dirottato a Ginevra il volo Addis Abeba-Roma di Ethiopian Airlines era distrutto per la morte improvvisa di uno zio. Lo riferisce ad Associated Press in un’intervista telefonica un altro zio, Alemu Asmamaw, spiegando che il nipote nell’ultimo mese era per questo in stress emotivo. Alemu Asmamaw non ha però detto come sia morto lo zio del copilota. Il dirottatore, Hailemedhin Abera, etiope di 31 anni, lavorava per Ethiopian Airlines da cinque anni e ieri ha motivato il suo gesto dicendo che voleva chiedere asilo in Svizzera. Il procuratore di Ginevra, Olivier Jornot, ha spiegato che Hailemedhin Abera verrà accusato di avere preso ostaggi, reato punibile con una pena fino a 20 anni di carcere.
Hailemedhin era solito chiamare i familiari prima dei suoi viaggi internazionali ma dopo la morte di questo zio “molto vicino”, che si chiamava Emiru Seyoum, aveva smesso di farlo e sembrava avere preso le distanze dai parenti, racconta ancora l’altro zio ad AP. “Temo che la morte di questo zio abbia portato tensioni nella sua vita”, ha detto Alemu Asmamaw. Lo zio deceduto insegnava all’università di Addis Abeba. In un necrologio sul sito dell’ateneo si legge che era professore associato nel dipartimento di scienze zoologiche e che è morto all’improvviso il 1° gennaio mentre andava da casa all’università. Quel testo afferma che la sua “morte prematura è stata molto scioccante e incomprensibile” per i colleghi, ma non fornisce dettagli su come Emiru Seyoum sia morto.
Lo zio Alemu Asmamaw ha detto che la famiglia è “estremamente scioccata” dal fatto che Hailemedhin ha dirottato un aereo. Ha inoltre descritto il nipote come un cristiano devoto che “era addirittura solito chiedere al padre di pregare per lui perché tornasse salvo” dai voli internazionali. “Non avrebbero mai immaginato che potesse fare qualcosa del genere”, ha aggiunto. Ieri un portavoce del governo dell’Etiopia, Redwan Hussein, ha detto ai giornalisti che il dirottatore non aveva precedenti penali, aggiungendo che Addis Abeba ne chiederà alla Svizzera l’estradizione. – LaPresse/AP