18/02/2014 – Libia – Ultimatum miliziani ai deputati, loro denunciano “golpe”

di AFRICA

 

Torna a salire la tensione in Libia, dove un gruppo di ex ribelli ha inviato un ultimatum ai deputati del Parlamento perche’ si dimettano. I miliziani di Zintan, bastione della rivolta contro Muammar Gheddafi a sud-ovest di Tripoli, hanno fissato la scadenza delle 20,30 di oggi, minacciando in caso contrario il sequestro di singoli deputati. L’ultimatum e’ stato respinto dal presidente del Congresso generale nazionale (Gnc, il nome del Parlamento libico ndr), Nuri Abu Sahmein, che le ha definite “un attacco golpista contro le autorita’”. Il Parlamento libico, spaccato fra islamisti e nazionalisti, e’ stato duramente attaccato per essersi prorogato unilateralmente il mandato che scadeva il 7 febbraio adducendo la necessita’ di insediare una commissione di 60 seggi che rediga una nuova Costituzione. Lunedi’ lo stesso Sahmein aveva promesso l’approvazione di una nuova legge elettorale entro la fine di marzo per poi convocare nuove elezioni il prima possibile.

Zintan e’ una citta’ berbera e all’ultimatum si sono unite le brigate Al-Qaaqaa e Al-Sawaiq, entrambe schierate con l’esercito regolare. Si tratta della citta’ in cui e’ detenuto in attesa di processo Seif al-Islam, uno dei figli di Gheddafi.

Nel Paese nordafricano, intanto, continuano a regnare il caos e la violenza: a Tripoli la sede della tv privata egiziana Al-Aseema e’ stata colpita per la seconda volta in due giorni da razzi Rpg che hanno provocato danni all’edificio ma nessuna vittima. L’emittente Al-Aseema e’ collegata a Mahmoud Jibril, ex premier che ha creato il movimento “Alleanza delle forze nazionali” contro il partito islamista. A Bengasi, le guardie della sicurezza hanno occupato le piste e imposto la chiusura per sei ore dell’aeroporto per chiedere il pagamento degli arretrati e un’inchiesta sullo schianto di un elicottero decollato dallo scalo la settimana scorsa. (AGI) .

 

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