I ribelli sud sudanesi fedeli all’ex Vice Presidente Riek Machar hanno annunciato oggi, 18 febbraio, di aver conquistato Malakal, capitale dello Stato dell’Alto Nilo, dopo aver cacciato le truppe governative del Presidente Salva Kiir. Le autorità di Juba hanno smentito la conquista della città ma hanno confermato la ripresa dei combattimenti nell’area, in quella che appare come la più grave violazione del cessate il fuoco concordato il 23 gennaio tra le due fazioni rivali dell’SPLM (Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese). Malakal è un centro strategico perché situata nei pressi di importanti strutture petrolifere. La situazione rimane incerta mentre si è in attesa di una tornata dei colloqui di pace ad Addis Abeba, in Etiopia.
Il conflitto scoppiato il 15 dicembre rischia di far sprofondare il giovane Stato (il Sud Sudan è indipendente dal luglio 2011) nella spirale degli scontri tribali, perché ciascun attore politico tende a far ricorso agli uomini della propria tribù di appartenenza. Secondo il SudannCatholic Radio Network, alcuni parlamentari hanno affermato che circa il 70 per cento dei militari dell’SPLA (il braccio armato dell’SPLM, divenuto l’esercito nazionale) è passato nelle file di Machar. Per compensare questa pesante defezione il Presidente Kiir, come da lui stesso ammesso in un recente intervento pubblico, ha fatto ricorso ad un suo esercito personale, reclutato tra i Dinka, la sua tribù di provenienza. Inoltre truppe ugandesi sono intervenute a fianco di quelle di Kiir, facendo ricorso anche ad aerei da combattimento per colpire le posizioni ribelli. – Ag. Fides