L’Algeria, uno dei Paesi più importanti della regione mediterranea, cerniera anche militare tra le ribollenti aree sub-sahariane e l’Europa meridionale, si trova, per la prima volta forse nella sua storia, in un clima di totale incertezza, davanti all’enigma sulle prossime mosse di Abdelaziz Bouteflika.
Dopo l’incidente neurologico che lo ha colpito a fine aprile e la lunga degenza in Francia (troppo lunga, se la definizione del problema di salute è stata esatta e non dettata dalla ragione di Stato), l’anziano presidente è tornato ufficialmente nella pienezza delle sue funzioni. Così almeno sembrerebbe, se sia guarda alla frequenza con cui i media di Stato riferiscono con cadenza quotidiana dei suoi incontri, delle sue dichiarazioni, delle sue iniziative. Ma il nodo del suo futuro, cioè se ha veramente intenzione di ricandidarsi per un nuovo mandato presidenziale, resta ancora non sciolto. Conseguenza in un certo senso del fatto che Bouteflika, nel tempo, ha ‘neutralizzato’ chi, a torto o a ragione, si riteneva in grado di raccoglierne il testimone alla guida di un Paese complesso come l’Algeria, in cui ogni decisione deve necessariamente passare per le stanze dell’Fln, il partito-Stato che ha espresso tutti i presidenti, ed accettato dalle potentissime Forze armate, oggi ancora più forti dopo l’ingresso nel governo del loro capo di stato maggiore, Ahmed Gaid Salah, con funzione di viceministro dell’Interno. Dato per scontato che non c’è un delfino designato (anche perchè lo stretto entourage del presidente sembra troppo lambito da ombre sulla gestione soprattutto delle ricchissime autorithy energetiche), il destino di Bouteflika, ovvero restare presidente, sembra segnato. Ma per restarlo deve essere modificata la Costituzione, dandogli la possibilità di un quarto mandato, uno in più del limite massimo di tre. Cosa che viene già ora respinta da gran parte dell’opposizione e dalla gente, che al massimo – e qui siamo nel campo degli escamotages – potrebbe non ribellarsi ad un prolungatamento del mandato di un paio d’anni, che restano comunque tanti per l’età e la salute del presidente. Quindi, non quarto mandato, ma una prosecuzione a tempo determinato dell’attuale.
Congetture che ora stanno creando fronti diversi tra gli amici di Bouteflika che forse dalla commissione di saggi incaricata di buttare giù una bozza di revisione della Costituzione si aspettava risposte differenti. Ma i quattro saggi, insediati in aprile e scelti personalmente dallo stesso presidente, sono tutti docenti universitari esperti di Diritto costituzionale e, quindi, le loro proposte sono state prese in autonomia e non certo condizionate dall’esigenza di contemperare in esse anche le esigenze dei politici. Cosa che, agli esponenti dell’Fln pare non sia andata proprio giù.* Diego Minuti – AnsaMed