“In città la situazione è estremamente tesa. Da ieri pomeriggio miliziani Anti-Balaka hanno cominciato a erigere barricate lungo la strada che conduce all’aeroporto e dove sono basati i militari delle forze Sangaris e Misca. Questa mattina all’alba abbiamo cominciato a sentire colpi d’arma da fuoco e da allora siamo in attesa”: così padre Frederic Nakombo, segretario della Commissione giustizia e Pace al telefono con la MISNA descrive la situazione a Bangui, teatro di nuovi scontri armati.
“Ieri i miliziani hanno attaccato le forze ciadiane della Misca incaricate di scortare i civili musulmani verso la frontiera” racconta il religioso secondo cui “arrivati a Damara, circa 75 chilometri a nord di Bangui, violenti scontri hanno opposto le due fazioni”. Le violenze, la cui notizia si è immediatamente propagata nella capitale, hanno contribuito ad alimentare le tensioni e i primi scontri si sono verificati nel quartiere di Boy-Rabe, nord di Bangui, considerato una roccaforte degli Anti-Balaka.
“Finora i corpi senza vita di 36 persone giacciano all’ospedale comunale, ma altri sono ancora per le strade poiché i combattimenti continuano e non è stato possibile recuperarli” insiste il religioso secondo cui intanto, nei pressi dell’aeroporto, continuano gli scontri a fuoco anche con armi automatiche e granate.
“La gente, soprattutto nei quartieri coinvolti nei disordini resta chiusa in casa e in attesa che la situazione si calmi” osserva l’interlocutore di MISNA.
Per far fronte alla situazione sempre più complessa nel paese, il presidente della transizione Catherine Samba-Panza ha chiesto che l’intervento militare di Parigi sia prolungato fino alle elezioni in agenda per febbraio 2015. La prossima settimana il parlamento francese dovrebbe votare la proroga del mandato della missione Sangaris, oltre la scadenza di aprile. – Misna