Si chiama Coalizione del popolo dell’Azawad (Cpa) il nuovo movimento “politico-militare ribelle tuareg” creato da Ibrahim Ag Mohamed Assaleh, ex dirigente dello storico Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla), dal quale è ufficialmente uscito pochi giorni fa. L’atto di nascita è stato formalizzato ieri a Hassi Labyad, in pieno deserto, a 350 chilometri a nord-ovest da Timbuctù. Il presidente autoproclamato della Cpa, attualmente a Niamey per consultazioni con rappresentanti di Gao, Kidal e Timbuctù – i tre capoluoghi dell’instabile regione settentrionale dell’Azawad – non ha partecipato alla cerimonia. Al suo posto c’è stato il luogotenente Mohamed Ousmane Ag Mohamedoun che ha annunciato la formazione della Coalizione del popolo dell’Azawad, in presenza di centinaia di persone, tra cui alcuni capi militari e rappresentanti della società civile locale.
In base alle dichiarazioni rilasciate da Mohamedoun hanno raggiunto i ranghi del neo movimento esponenti dell’Mnla, del Movimento arabo dell’Azawad (Maa) e dell’Alto consiglio per l’unità dell’Azawad (Hcua). All’evento hanno assistito rappresentanti civili tuareg, arabi, songhai e peul, le principali comunità stabilite nelle regioni settentrionali.
La scorsa settimana Assaleh ha annunciato la sua decisione di rassegnare le dimissioni dall’Mnla, accusando i suoi ormai ex compagni di ostacolare il negoziato con il governo di Bamako e di essere ancora in stato di belligeranza con le autorità centrali. Tendendo la mano al presidente Ibrahim Boubacar Keïta “per la piena attuazione del processo di Ouagadougou (gli accordi preliminari firmati lo scorso giugno in Burkina Faso, ndr)”, il comandante ribelle ha sostenuto di poter contare sul sostegno del 60% dell’ufficio politico dell’Mnla, la formazione ribelle che nel gennaio 2012 ha aperto le ostilità armate con Bamako, durate 18 mesi.
Nelle ultime ore a suscitare critiche nella capitale maliana è la visita fatta la scorsa settimana a Mosca da una delegazione dell’Mnla. Al rappresentante speciale del presidente russo Vladimir Putin abbiamo portato “il messaggio e la sofferenza del popolo dell’Azawad” ha confermato il segretario generale della ribellione, Bilal Ag Acherif. L’ambasciatore russo a Bamako è stato convocato dal ministro maliano degli Esteri al quale ha ribadito “l’attaccamento di Mosca all’integrità territoriale” del Mali.
Ma più che alla nuova scissione all’interno della ribellione tuareg, la stampa locale ed internazionale riferisce del trasferimento “per motivi di sicurezza” di esponenti della giunta incriminati nel caso dei “berretti rossi” da Bamako a Sélingué, località a 150 chilometri a sud della capitale. Tra questi c’è il capitano golpista, Amadou Haya Sanogo, responsabile del colpo di stato del 22 marzo 2012. Il trasferimento dal capo dei ‘berretti verdi’, i militari golpisti, è stato confermato dalle autorità giudiziarie che temevano “interferenza nell’inchiesta in corso”. Nel frattempo un’apposita commissione sta studiando da vicino i conti del defunto Comitato militare per le riforme dell’esercito: dalle casse mancano circa 3 miliardi di franchi cfa. Oltre le accuse di “rapimento, omicidio, complicità in omicidio”, Sanogo potrebbe essere incriminato anche per corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici. – Misna