“Si tratta di una dichiarazione di guerra, e come tale verrà trattata”: queste le parole del primo ministro Moussa Mara dopo le violenze che si sono verificate sabato a Kidal, mentre il primo ministro vi era in visita. Secondo la versione governativa, alcuni combattenti dei gruppi armati di matrice tuareg Mnla e Maa – i gruppi maggiormente rappresentati nella regione di Kidal – avrebbero attaccato la sede del governatorato, uccidendo sei funzionari (i prefetti di Kidal e di Tin-Essako e quattro sotto prefetti) nonché due civili.mali armi
Negli scontri che sono susseguiti tra i ribelli e l’esercito regolare, il governo sostiene che 28 miliziani sono stati uccisi e che 87 persone sono rimaste ferite. Anche la Missione dei caschi blu dell’Onu in Mali, la Minusma, riferisce di 23 feriti tra i suoi poliziotti.
L’attacco al governorato sarebbe stato orchestrato proprio in segno di contrapposizione alla visita di Moussa Mara nella regione, di cui il Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla) rivendicano una vasta autonomia, se non l’indipendenza, del territorio settentrionale.
Nel gennaio del 2012, era stato l’Mnla a scatenare l’insurrezione che condusse successivamente alla caduta della metà settentrionale del paese in mano a gruppi armati e poi all’intervento militare guidato dalla Francia.
Oggi in Mali sono presenti sia il contingente francese dell’operazione Serval che i caschi blu della Minusma (circa 7000 persone) per garantire la sicurezza. In un’intervista all’emittente francese Rfi, il primo ministro si è detto “sorpreso della passività” di entrambi i contingenti negli episodi di sabato.
Il governo ha confermato l’invio di rinforzi militari verso Kidal e dice di avere ricevuto informazioni circa l’avvicinamento di gruppi jihadisti – Atlasweb