19/07/13 – Somalia – Cominciato ritiro soldati etiopici da Baidoa

di AFRICA

 

E’ cominciato il ritiro delle truppe etiopiche dalla città di Baidoa: lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri di Addis Abeba, Dina Mufti, precisando che subentreranno i militari della Forza dell’Unione Africana in Somalia (Amisom). Il contributo dell’esercito etiopico, entrato in Somalia nel novembre 2011, è stato decisivo accanto alle truppe governative somale per la riconquista di Baidoa, una delle roccaforti degli insorti Al Shabaab dalla quale furono costretti a ritirarsi nel febbraio 2012. Nelle ultime settimane la regione sud-occidentale della Somalia è tornata ad essere destabilizzata da attacchi e scontri tra soldati di Mogadiscio e assalitori pesantemente armati.

Il ritiro del contingente di Addis Abeba – costituito da 3000 a 8000 uomini in base alla stime, in assenza di numeri ufficiali – sta suscitando timori per un eventuale vuoto di sicurezza nell’importante città meridionale. Alcuni osservatori locali e regionali hanno espresso dubbi sulle capacità di Amisom – una missione di 17.000 soldati, per lo più keniani – a sostituirsi all’esercito etiopico, mai integrato nella forza africana. Il dispiegamento di caschi verdi di Amisom a Baidoa rischia di lasciare scoperte altre zone ancora instabili del territorio somalo.

Lo scorso marzo, inaspettatamente, i militari etiopici si erano ritirati da Hudur, capoluogo dello stato di Bakool alla frontiera tra i due paesi, subito ricaduta nelle mani dell’insurrezione Al Shabaab. Il primo ministro Hailemariam Desalegn aveva annunciato il ritiro delle sue truppe, puntando il dito contro le “promesse non mantenute” dei vertici militari somali e della missione africana, evidenziando la “lentezza” dei progressi nella pacificazione del territorio somalo. Alla base dello scontento di Addis Abeba, oltre alle tensioni con Mogadiscio, c’è indubbiamente il fatto che il governo ha pagato di tasca propria l’impegno militare nel paese vicino. Le sue truppe, infatti, non rientrano nel mandato internazionale dei caschi verdi africani e come tali non godono del sostegno finanziario dell’Unione Africana e della comunità internazionale. – Misna

 

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