Riuniti ieri a Lilongwe, in Malawi, i dirigenti della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) hanno rivolto un appello alla revoca di “qualsiasi forma di sanzione” imposta allo Zimbabwe, dopo aver convalidato la conferma alla presidenza di Robert Mugabe. “Credo che lo Zimbabwe meriti di meglio, gli zimbabwani hanno sofferto abbastanza” ha detto la presidente del Malawi, nonché nuova presidente di turno della Sadc, Joyce Banda.
L’Unione Europea ha sospeso a marzo la maggior parte delle sanzioni decise nel 2002 ma che continuano tuttavia a interessare una decina di personalità, tra cui Mugabe – che resta “persona non grata” – e due imprese, la società mineraria Zimbabwe Mining Development Corporation (Zmdc) e l’azienda di difesa Zim Defence Industry (Zdi). Lo ha fatto dopo quello che ha giudicato lo svolgimento “pacifico, corretto e credibile” del referendum sulla nuova Costituzione, approvata a larga maggioranza. Su Mugabe e una lista di suoi ‘vicinissimi’, pesano inoltre ancora sanzioni imposte nel 2003 dagli Stati Uniti.
Sia gli osservatori dell’Unione Africana che quelli della Sadc hanno giudicato complessivamente valide le elezioni presidenziali e legislative del 31 luglio, elogiando il modo pacifico in cui si sono svolte: da Lilongwe il blocco ha nuovamente espresso il suo sostegno a Mugabe – vincitore con il 61% delle preferenze mentre il suo Zanu-Pf si è assicurato i due terzi dei seggi in parlamento – nominandolo presidente supplente della Sadc e annunciando che il prossimo vertice, previsto nel luglio 2014, si terrà proprio in Zimbabwe.
Al potere dal 1980, Mugabe, 89 anni, si insedierà formalmente giovedì per inaugurare il suo nuovo mandato, come ha detto anche egli stesso al suo rientro ad Harare dal vertice della Sadc. Il suo storico rivale, Morgan Tsvangirai, che ha denunciato brogli massicci, ha infatti rinunciato venerdì al presentare un ricorso contro la regolarità del voto presso la Corte Costituzionale. – Misna
