I giudici della Corte penale internazionale hanno messo in guardia blogger e giornalisti dal pubblicare i nomi dei testimoni protetti nel procedimento a carico del vicepresidente keniano William Ruto. Si tratta di una mossa per far fronte al crescente numero di ritiri tra i testi a cui i magistrati hanno assistito nelle ultime settimane.
In una nota trasmessa dall’Aia è stato precisato che “l’identità dei testimoni protetti è tassativamente secretata negli atti” e non può essere rivelata pubblicamente, precisando che “tali condotte saranno oggetto di inchieste e avranno conseguenze giudiziarie”.++
La nota interviene dopo la circolazione – su alcuni blog e pubblicazioni locali – del nome del presunto primo testimone nel procedimento contro il vicepresidente. Il teste, una donna, ha presentato in aula – coperta da una tenda, come è prassi per i collaboratori di giustizia – il suo racconto sui fatti di Kiaamba, la chiesa in cui si erano rifugiati donne e bambini data alle fiamme durante gli scontri post-elettorali del 2008, uno degli episodi più cruenti di quel periodo di violenze, in cui morirono oltre 1300 persone altre 600.000 furono sfollate.
La sua identità – dopo che la testimonianza è stata mandata in onda sulle televisioni keniane – è diventata oggetto di speculazioni e curiosità su Twitter e i social network. Un blog e un sito internet locale l’indomani hanno pubblicato la presunta foto del teste etichettandola come “bugiarda”. – Misna