La polizia ha mentito sulla ricostruzione della strage di Marikana. Ad oltre un anno dal più sanguinoso massacro dalla fine dell’apartheid in Sudafrica, nel quale rimasero uccisi 34 minatori, una commissione d’inchiesta ha accusato le forze dell’ordine di non aver detto la verità.
La polizia, secondo gli inquirenti, avrebbe infatti fornito una falsa versione dei fatti, falsificando anche alcuni documenti. E proprio per avere il tempo di esaminare i testi in questione la commissione ha annunciato un rinvio delle udienze a mercoledì prossimo.
Nell’agosto del 2012 la polizia sparò a bruciapelo sui minatori nella miniera di platino di proprietà della Lonmin, a Marikana, un centinaio di chilometri da Johannesburg, innescando un’ondata di violente proteste che scioccarono la nazione e che sono proseguite anche quest’anno.
Le agitazioni dei minatori che chiedevano un aumento dei salari duravano da diversi giorni. Gli agenti giustificarono l’eccidio dicendo che avevano agito per autodifesa. Per far luce sui sanguinosi eventi il presidente Jacob Zuma decise di nominare una commissione d’inchiesta.
Oggi in una nota gli inquirenti hanno affermato di “aver ottenuto documenti che dimostrano che la versione fornita dalla polizia sugli eventi di Marikana (…) non corrisponde alla verità”, riporta la Bbc on line. Le dichiarazioni della commissione arrivano una giorni dopo aver ottenuto l’accesso ai dischi rigidi dei computer della polizia e a documenti inediti.
“Abbiamo ottenuto documenti che la polizia sudafricana afferma essere inesistenti”, ha spiegato ancora la Commissione. “Documenti che danno l’impressione di essere stati redatti all’epoca in cui si verificarono i fatti, ma che in realtà sono stati realizzati dopo gli eventi in questione”.
“In assenza di una spiegazione convincente, il materiale che abbiamo trovato peserà sul futuro lavoro di questa commissione. Non facciamo questa dichiarazione alla leggera”.
La domanda principale a cui dovrà rispondere la commissione è se è vero che gli agenti abbiano sparato ai lavoratori per auto-difesa. Inoltre le prime udienze della commissione hanno rivelato che alcune vittime furono colpite dagli agenti alle schiena, ma il capo della polizia Riah Phiyega ha sempre mantenuto un atteggiamento evasivo e non ha mai ammesso alcuna responsabilità. – Swissinfo