Il progetto internazionale per la stabilizzazione dell’est della Repubblica democratica del Congo, devastato da oltre 20 anni dai conflitti armati, è in pericolo: il monito giunge da un rapporto dell’International Crisis Group (Icg), comitato di esperti che monitora le aree di crisi, diffuso a Kinshasa.
Se il progetto fallirà, avverte l’Icg, non si farà altro che prolungare uno scenario tragico di attacchi e saccheggi perpetrati da diversi gruppi armati a spese della popolazione civile.
La disfatta, un anno fa, dei ribelli dell’M23, aveva fatto nascere la speranza di un cambiamento radicale nella regione, afferma il rapporto. Ma lo smantellamento dei gruppi armati – primo obiettivo della Brigata di intervento dell’Onu (circa 3000 uomini che si sono uniti ai ‘caschi blu’ della Monusco) – e il programma di riforme nazionali del governo “sono a un punto morto”.
L’Icg si dice particolarmente preoccupato dalla mancata smobilitazione completa dell’M23, la gran parte dei quali è riparata in Uganda e Rwanda, e dell’assenza di progressi nel processo di smobilitazione dei ribelli hutu ruandesi presenti in Rdc dal 1994.
La neutralizzazione delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) è ritenuta essenziale per stabilire una pace duratura che consenta il ritorno a casa di centinaia di migliaia di sfollati o rifugiati che si contano nella regione. Per uscire dallo stallo, Icg ha chiesto che non sia rinviata la scadenza del 2 gennaio data alle Fdlr per la resa delle armi. – Misna