Tunisia nuovamente alle urne domenica prossima per eleggere il primo Presidente della Repubblica del dopo Ben Alì, che rimarrà in carica 5 anni.
Si tratta del ballottaggio per un’elezione presidenziale molto sentita dai tunisini e che conclude il processo di transizione democratica iniziato dal paese nordafricano oltre tre anni fa con le elezioni del 23 ottobre 2011. Un Paese che intende arrivare quanto prima ad una normalizzazione della vita politica, viste le pesanti sfide poste dalla crisi economica e dalla minaccia del terrorismo islamico.
A sfidarsi sono l’anziano leader del partito laico-secolare Nidaa Tounes, primo partito del Paese, Béji Caid Essebsi, e l’attuale Presidente della Repubblica ”provvisorio”, Moncef Marzouki, sostenuto dagli islamici, che al primo turno avevano ottenuto rispettivamente il 39,46% ed il 33,43% delle preferenze degli elettori. Essebsi, 88 anni, avvocato e uomo di Stato, veterano della politica, riveste varie cariche ministeriali sotto la Presidenza di Habib Bourguiba,”padre dell’indipendenza tunisina” e dopo un’assenza dalle scene durante gli anni ’90, torna nel post-rivoluzione per dirigere il governo che lascia il posto nel novembre 2011 a quello guidato da Hamadi Jebali di Ennhadha. Nel 2012 fonda il partito Nidaa Tounes per creare una grande forza di centro: Strenuo sostenitore dello stato di diritto, si considera erede di Bourguiba e dei suoi valori. Moncef Marzouki, medico, scrittore, militante dei diritti dell’uomo, vive gran parte della sua vita in Francia, rientra in Tunisia subito dopo la cacciata di Ben Ali e viene eletto dalla Troika Presidente della Repubblica provvisorio. Ha impostato tutta la sua campagna elettorale sulla difesa dei valori della rivoluzione contro il ritorno del vecchio regime, a suo modo di vedere, impersonato proprio dal suo avversario. Favorito, almeno stando alle dichiarazioni di sostegno dei partiti politici, e considerati i risultati del primo turno, continua a rimanere Essebsi, con Marzouki obbligato a recuperare quei 6 punti che lo separano dal proprio avversario. Essebsi può contare sul sostegno dell’Upl (Union Patriotique Libre), terzo partito del paese, del Front national du salut, Al Massar, Afek Tounes, Al Moubadara, e del Front pour la rectification du processus electoral, che racchiude ben 37 partiti politici. Inoltre può contare sul fatto che il raggruppamento di sinistra Front Populaire ha invitato i propri elettori a non votare Marzouki e che l’islamico Ennhadha ha riaffermato la propria decisione di non sostenere alcun candidato anche per il secondo turno delle presidenziali, lasciando quindi liberi i propri elettori. Ma al primo turno la base di Ennhadha ha dimostrato di non aver seguito affatto le disposizioni della direzione del partito andando a votare in massa per Marzouki. Rilevante anche il fattore astensionismo, specie giovanile, che potrebbe giocare un ruolo importante nel determinare l’esito finale.
L’importanza dell’elezione di domenica è legata anche al quadro politico risultante dall’ultima tornata elettorale che ha consegnato al Paese un Parlamento caratterizzato da un marcato bipolarismo con i due partiti maggiori, il laico-secolare Nidaa Tounes (86 seggi su 217) e l’islamico Ennhadha (69 seggi) costretti ad inventarsi alleanze per poter governare, e al fatto che sarà proprio il futuro Presidente della Repubblica ad affidare formalmente l’incarico di formare il governo al premier espresso dal partito di maggioranza. – Paolo Paluzzi – (ANSAmed).
19/12/14 – Tunisia – Domenica si elegge il presidente della Repubblica
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