I nuovi strumenti offerti dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e l’aumento del costo del lavoro nei paesi che oggi detengono la maggior parte delle fabbriche dove si producono apparecchi cellulari potrebbe consentire all’Africa di divenire il prossimo centro manifatturiero mondiale de-facto di telefonini.
E’ la conclusione a cui è la società statunitense di ricerche di mercato International Data Corporation (IDC), pubblicando uno studio in cui cerca di rispondere proprio a questa domanda: Is Africa Poised to Become the Low-Cost Manufacturing Hub of the World?
Gli autori della ricerca ricordano come una delle tradizionali debolezze delle economie africane fosse la loro dipendenza dall’esportazione di materie prime non lavorate, ma evidenziano come negli ultimi anni si stia assistendo ad una sempre maggiore tendenza ad investire in infrastrutture ed industria manifatturiera.
A sostegno di questo, viene citata una recente pubblicazione del governo di Pechino da cui emerge come lo scorso anno più del 30% degli investimenti cinesi nell’Africa sub-sahariana sia stato proprio destinato all’industria manifatturiera locale.
Inoltre, i paesi africani sono quelli in cui la saturazione del mercato dei telefonini è più lontana rispetto agli altri paesi del mondo, il che potrebbe spingere le case produttrici a riflettere sui costi/benefici di spostare i loro impianti nei luoghi dove maggiori sono le attese di vendite.
Negli ultimi mesi, diverse società hanno annunciato la prossima apertura di impianti di assemblaggio di telefonini con parti importate, soprattutto in Sudafrica, ma sui media specializzati circolano anche indiscrezioni che il gigante coreano Samsung stia seriamente valutando la possibilità di aprire direttamente nel continente un impianto di produzione.* Michele Vollaro – Atlasweb