“In Libia non ci deve più essere spazio per il terrorismo e i libici devono tenersi pronti a quello che impone tale battaglia in termini di prudenza, vigilanza e sacrifici”: è quanto affermato nel comunicato diffuso al termine del primo Consiglio dei ministri del nuovo governo, sotto la guida di Abdullah al Thinni, tenuto nell’oasi sud-occidentale di Ghat. Per la prima volta l’esecutivo libico attribuisce attentati, attacchi e violenze a “gruppi terroristici che hanno dichiarato guerra a Bengasi, a Sirte e in altre località” si legge ancora nel testo pubblicato sul sito del governo.
Nel “far fronte a questa piaga”, l’esecutivo di al Thinni ha precisato che “verranno mobilitate tutte le forze di sicurezza e militari nazionali con l’obiettivo di porre fine quanto prima a questa guerra per risparmiare vite umane”. Le autorità libiche sono tornate a chiedere “tutto l’appoggio necessario” alla comunità internazionale e alle Nazioni Unite per “sradicare il terrorismo dalle nostre città”. Pur non menzionando alcun gruppo armato specifico, il comunicato governativo punta il dito contro “elementi libici e stranieri dalle intenzioni ostili”.
Bengasi, Derna e Sirte, le tre località più instabili dell’est, sono considerate feudi di gruppi estremisti, tra cui Ansar Al Sharia, che prendono di mira servizi di sicurezza libici e obiettivi occidentali.
La scorsa settimana è stato sfiduciato l’ex primo ministro Ali Zeidan, molto criticato per non essere riuscito a ristabilire l’ordine nel paese, a tre anni dalla caduta del regime di Gheddafi. Ad assumere l’interim alla guida del governo è al Thinni, ministro della Difesa. Nei giorni scorsi il parlamento ha alzato i toni del confronto con i ribelli autonomisti della Cirenaica (est) dopo un tentativo fallito di esportare greggio illegalmente. E’ stata creata una Forza armata speciale per “liberare e rimuovere il blocco in vigore su tutti porti petroliferi della Libia”, occupati dallo scorso luglio da esponenti delle cosiddette Forze di difesa della Cirenaica. – Misna