Chiedono che i loro figli possano andare a scuola senza problemi, chiedono di poter aprire un conto in banca o di non essere arrestati con il sospetto che il loro documento sia falso. Hanno avanzato anche queste richieste oggi i rifugiati ospitati in Angola, al governo, nel corso di una conferenza organizzata a Luanda dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR) in occasione della giornata mondiale del rifugiato. Nel corso dello stesso incontro il rappresentante del governo ha annunciato una nuova legge proprio per facilitare la vita dei rifugiati in questo paese.
“Il nostro documento di identificazione non e’ riconosciuto in banca e a volte neanche la polizia lo riconosce – afferma Kalolekeza Malangi, coordinatore dei rifugiati dell’Angola – non riusciamo a chiedere il passaporto. La nostra vita e’ davvero difficile qui”. Dal palco, Alfredo Leite, capo del dipartimento per i rifugiati del ministero dell’Assistenza sociale ha rassicurato i rifugiati presenti. “Stiamo pensando ad una nuova legge – ha dichiarato – con cui possa essere piu’ facile riconoscere quali siano i veri rifugiati e quali no, perche’ anche voi sapete bene che ci sono molte persone che non hanno alcun diritto a restare nel paese, che sono illegali ma che hanno documenti falsificati che attestano il loro status di rifugiato. In questo periodo c’e’ tantissima gente che e’ attratta dall’Angola perche’ c’e’ la crescita economica e utilizza l’escamotage dello status di rifugiato per restare qui, ma in realta’ non ne hanno diritto e sono illegali”. In Angola ci sono circa 20mila rifugiati e 10mila richiedenti asilo che per la maggior parte arrivano dalla Repubblica democratica del Congo (Rdc). “Stiamo lavorando per migliorare i diritti dei rifugiati e il loro accesso ai diritti sociali – afferma Hans Lunshof, rappresentante per l’Unhcr in Angola – ci sono rifugiati della Rdc che sono qui fin dagli anni ’70 e che provengono da un paese che e’ ancora in crisi”.
“Molti di loro vivono come se fossero angolani – prosegue Lunshof – sono riconosciuti, possono lavorare, avere accesso alle cure mediche e all’educazione. C’e’ pero’ un problema di documentazione perche’ non tutti hanno i documenti perfettamente in regola”. Secondo l’Unhcr serve uno sforzo anche da parte dello stesso governo angolano. “Stiamo portando avanti un lavoro con le stesse autorita’ – prosegue Lunshof – affinche’ vengano apportati miglioramenti al registro dei rifugiati e affinche’ venga garantito a queste persone il diritto di fare la loro vita in maniera autosufficiente e non dipendendo da aiuti di emergenza”. – Agi