“I boscimani restano ma vogliono anche una scuola e un centro sanitario” dice alla MISNA Keikabile Mogodu, attivista in prima fila nella difesa dei diritti di questa comunità che vive di caccia e raccolta dei frutti. La buona notizia è un accordo di conciliazione raggiunto in un’aula di tribunale.
Questa settimana i giudici hanno deciso che, almeno per ora, i 600 membri della comunità di boscimani che vivono nell’area di Ranyane potranno restare nelle loro terre. L’accordo prevede l’interruzione di una campagna “porta a porta” condotta dai funzionari dello Stato per convincere i cacciatori-raccoglitori a trasferirsi. Una campagna avviata perché l’area di Ranyane, ai margini del Deserto del Kalahari, si troverebbe nel bel mezzo di “un corridoio faunistico”.
Secondo Mogodu, direttore dell’organizzazione non governativa Khwedom Council, il compromesso raggiunto in tribunale non basta. “Le autorità – sottolinea l’attivista – devono riconoscere il diritto dei boscimani alla terra e garantire i servizi essenziali”. Proprio quei servizi che il governo si era impegnato a fornire, una volta che i cacciatori-raccoglitori avessero accettato di trasferirsi lontano da babbuini neri, antilopi e facoceri. – Misna