Una Mauritania ancora alle prove tecniche di democrazia si prepara alla vittoria a mani basse del Presidente in carica, già autore di due colpi di stato.
Quattro i candidati che, sulla carta, da sabato sfideranno Mohamed Ould Abdel Aziz alle urne. L’appello al boicottaggio con cui l’opposizione mira a denunciare i metodi del governo riducono però ulteriormente le già irrisorie possibilità di sorprese.
Alle critiche, il generale-presidente ha risposto assicurando dal palco del suo ultimo comizio che è stata istituita una commissione elettorale indipendente. “E questo – ha aggiunto – perché crediamo nella democrazia”.
Il colpo di stato a cui ha partecipato nel 2005 e quello che l’ha portato alla Presidenza tre anni dopo autorizzano qualche dubbio. Ma non tra i suoi sostenitori.
“Ha fatto molto per il paese – dice una donna – ed è per questo che non solo siamo con lui, ma invitiamo tutti a votarlo”.
Agli antipodi la posizione dei principali partiti d’opposizione, islamisti e progressisti, che parlano di “farsa”.
“Questa campagna per il boicottaggio – spiega Cheik Sayd Ahmad Haidi, uno degli organizzatori –
è contro il regime mauritano e risponde alle aspirazioni del nostro popolo in materia di democratizzazione, giustizia e sviluppo”.
Fra le ultime accuse mosse al presidente Abdel Aziz, quella di aver finanziato la propria campagna con il denaro pubblico.
“Queste elezioni ricordano quelle di recente svoltesi in diversi paesi arabi – conclude l’inviato di euronews, Riad Muasses -. Un’opposizione che invita al boicottaggio, avversari deboli e un presidente proveniente dall’esercito, che si avvia a succedere a se stesso”. – Euronews