Divieto di viaggio per funzionari dello Stato responsabili di violazioni dei diritti umani e di corruzione, sospensione dei finanziamenti destinati a programmi a favore di sanità, polizia e esercito: sono queste le sanzioni decise da Washington dopo il varo di una legge da parte di Kampala che criminalizza l’omosessualità. In un comunicato diffuso ieri, la Casa Bianca ha evidenziato che la legislazione rappresenta un “affronto che rimette in discussione l’impegno dell’Uganda a proteggere i diritti dell’uomo”.
Nell’annunciare le misure restrittive, l’amministrazione americana ha però precisato che l’aiuto umanitario “non subirà variazione” e che “proseguirà la cooperazione militare tra Stati Uniti e Uganda nella lotta alla ribellione dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) di Joseph Kony”. Due mesi fa gli Stati Uniti hanno bloccato l’erogazione di fondi destinati ad alcuni ministri di Kampala. A questo punto non è chiaro se il presidente ugandese Yoweri Museveni parteciperà al vertice Stati Uniti-Africa in agenda per il prossimo agosto.
Il governo del presidente Museveni, che ha promulgato la legge contestata lo scorso febbraio, ha già risposto che “non cederà al ricatto” di Washington e che “non modificherà il provvedimento”. Condanne sono arrivate dall’Unione Europea mentre la Banca mondiale ha sospeso l’erogazione di un prestito da 90 milioni di dollari destinato a sostenere il sistema sanitario dell’Uganda.
Nei mesi scorsi anche Nigeria e Etiopia hanno approvato norme legislative contro l’omosessualità, un reato punibile con pesanti pene di carcere e non passibile di amnistia. – Misna