20/08/13 – Egitto – Arrestato il leader dei Fratelli Musulmani Erdogan: ”Dietro il golpe c’è Israele”

di AFRICA

 

Mohamed Badie, guida suprema dei Fratelli Musulmani, è stato arrestato nella notte al Cairo. Lo hanno annunciato le tv egiziane, mostrando le immagini del leader della Fratellanza egiziana dopo l’arresto. La procura generale egiziana ha disposto 15 giorni di carcerazione preventiva per Badie.

Nel blitz è finito in manette anche Youssef Talaat, portavoce dell’Alleanza nazionale per la difesa della legittimità, raggruppamento delle formazioni che sostengono il presidente deposto Mohamed Morsi.

L’arresto di Badie è avvenuto in un appartamento nei pressi della piazza Rabia al-Adawiya, teatro delle manifestazioni pro-Morsi, molte delle quali sono state represse nel sangue. Contro la guida della Fratellanza era stato spiccato un mandato d’arresto per incitazione alla violenza contro le forze di sicurezza e le istituzioni dello stato. Il 25 luglio aveva definito la destituzione di Morsi da parte dei militari come “un atto più grave della distruzione della Kaaba (il luogo più sacro per l’Islam, alla Mecca, ndr), pietra per pietra”.

La nuova guida suprema della Fratellanza è Mahmoud Ezzat, finora vice leader dei Fratelli Musulmani. Lo ha annunciato lo stesso gruppo sul suo sito web, spiegando che si tratta di una nomina pro-tempore.

Farid Ismail Abdelhalim, membro del comitato esecutivo del partito dei Fratelli Musulmani, Libertà e Giustizia, ha chiarito che, nonostante l’arresto di Badie, i Fratelli Musulmani “non rinunciano alla loro richiesta di reinsediamento del presidente legittimo Mohamed Morsi”. “L’arresto di Badie è una violazione di tutte le linee rosse, dopo i massacri dei giorni scorsi – ha detto in un commento ad Aki-Adnkronos International – Continueremo a manifestare, rifiutando il golpe”.

I vertici di Tamarod, il movimento che ha guidato le proteste contro il deposto presidente Morsi, hanno chiesto lo scioglimento dei Fratelli Musulmani in Egitto. “Rifiutiamo qualsiasi via d’uscita politica per la Fratellanza”, hanno dichiarato gli esponenti del comitato esecutivo di Tamarod nel corso di una conferenza stampa al Cairo. Il movimento ha quindi chiesto lo scioglimento di tutti i partiti di orientamento religioso, tra cui al-Nour, di ispirazione salafita. Già lo scorso 17 agosto, il premier egiziano, Hazem el-Beblawi, aveva avanzato la proposta di scioglimento.

Intanto, le forze armate egiziane hanno arrestato 11 presunti terroristi, tra i quali due palestinesi, nel Nord del Sinai. Lo hanno riferito i media ufficiali del Cairo, spiegando che l’arresto è avvenuto nel quadro di un’operazione lanciata dopo l’attacco di lunedì a postazioni della polizia e dell’esercito, in cui sono morti 24 agenti.

Mentre sarà esaminato domani dalla Corte di Assise del Cairo il ricorso per la scarcerazione dell’ex presidente egiziano, Hosni Mubarak, presentato dal suo avvocato. Lo hanno reso noto fonti giudiziarie citate dal sito web del quotidiano ‘Al Ahram’, secondo le quali la Corte si riunirà nel carcere di Tora, al Cairo, dove al momento Mubarak è rinchiuso. Se la Corte dovesse accogliere il ricorso, l’ex presidente sarà scarcerato. In un’intervista all’emittente Usa ‘Abc’, il premier el-Beblawi ha dichiarato che il governo egiziano accetterà “le decisioni dei giudici qualunque esse siano”.

Da parte americana, la Casa Bianca ha smentito di aver bloccato, in segreto, gli aiuti all’Egitto, come riportato oggi da alcune testate Usa. Il portavoce Josh Earnest ha detto che la revisione ordinata dal presidente Obama sulla situazione in Egitto e le conseguenze sugli aiuti è ancora in corso. “La revisione non è ancora conclusa e le notizie pubblicate che riportano che gli aiuti all’Egitto sarebbero stati tagliati non sono accurate”, ha affermato. Il portavoce non ha però risposto a una domanda riguardo al fatto se gli aiuti fossero stati sospesi durante questa revisione, limitandosi a ripetere che la politica Usa nei confronti dell’Egitto non è cambiata.

El-Beblawi ha definito ”un pessimo segnale” la possibilità che gli Usa taglino gli aiuti militari all’Egitto alla luce della repressione delle forze di sicurezza. “Non va dimenticato – ha aggiunto – che il popolo egiziano per decenni si è servito degli aiuti militari russi. Ci sono sempre modi per sopravvivere”.

Finora gli Stati Uniti hanno accuratamente evitato di definire la situazione in Egitto come “un golpe”, perché questo comporterebbe la cessazione degli aiuti.

Di ”golpe” ha parlato invece il premier turco Recep Tayyip Erdogan. “Chi c’è dietro il golpe? – si è chiesto Erdogan – Israele, ne abbiamo le prove”. Il premier ha fatto riferimento a un “intellettuale ebreo” che già nel 2011 aveva affermato che “i Fratelli Musulmani non saranno al potere anche se vinceranno le elezioni, perché la democrazia non è nelle urne elettorali”.

Dichiarazioni che la Casa Bianca ha condannato ”con forza”. ”Suggerire che Israele sia in qualche modo responsabile dei recenti fatti in Egitto è offensivo, non corrispondente ai fatti e sbagliato” ha rimarcato il portavoce Josh Earnest.

Il portavoce ha poi annunciato che Barack Obama ha convocato per oggi il Consiglio di Sicurezza Nazionale per discutere della situazione in Egitto e la questione degli aiuti, precisando che si tratta di una delle riunioni che “il presidente presiede regolarmente” e di non prevedere alcun annuncio particolare al termine della riunione. – Adnkronos/ Aki/Ign

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