“Siamo ottimisti ma anche cauti perché più volte sono state diffuse notizie non veritiere”: a parlare con la MISNA è Rotimi Olawale, portavoce di Bring Back Our Girls (Bbog), organizzazione non governativa nata per chiedere la liberazione delle liceali di Chibok e di tutte le altre ragazze rapite in Nigeria.
La conversazione comincia dalle dichiarazioni con le quali il maresciallo Alex Badeh, comandante in capo delle Forze armate, ha annunciato un accordo per un cessate-il-fuoco con Boko Haram che prevedrebbe il rilascio delle oltre 200 ragazze rapite nel villaggio del nord-est della Nigeria la notte tra il 14 e il 15 aprile. “Ci stiamo avvicinando alla liberazione di tutti i gruppi di prigionieri, tra i quali le liceali di Chibok” ha aggiunto Mike Omeri, un portavoce del governo. Una precisazione che non ha però sciolto i dubbi e lo scetticismo diffuso dei nigeriani. Anche perché Abuja non ha fornito elementi circa l’eventuale contropartita, limitandosi ad affermare che agli islamisti non saranno fatte “concessioni territoriali”.
Nel fine-settimana, dopo l’annuncio di Badeh, nuove incursioni e scontri a fuoco tra militanti di Boko Haram e forze di sicurezza sono stati segnalati negli Stati nord-orientali di Adamawa e Borno. Alcune fonti hanno perfino riferito di un nuovo sequestro di ragazze, che sarebbe avvenuto sabato nel villaggio di Wagga.
Secondo Olawale, è fondamentale che il governo si impegni al massimo per ottenere il rilascio di “tutti gli ostaggi”, compresi giovani rapite “prima e dopo” i fatti di Chibok. Un obiettivo ineludibile, sottolinea il portavoce di Bring Back Our Girls, per raggiungere il quale “va tentata ogni strada”. Il riferimento è anche alla mediazione del Ciad in un negoziato tra Abuja e Boko Haram. “L’ammissione del governo nigeriano di una trattativa con gli islamisti è una novità – sottolinea Olawale – ed è anche il frutto della pressione esercitata in questi sei mesi dalla società civile locale e internazionale”.
Incontri a N’Djamena tra rappresentanti di Abuja e di Boko Haram, il 14 e il 30 settembre, sono stati confermati dal ministero degli Esteri del Ciad. Che in una nota, senza fornire dettagli sui contenuti dei colloqui, aggiunge: “Il governo del Ciad saluta l’avvio di un dialogo e invita entrambe le parti a cogliere il momento favorevole”. A cominciare, dice Olawale, da un incontro che sarebbe in programma a N’Djamena proprio oggi. – Misna