E’ stato ucciso in casa propria da non meglio identificati uomini armati il giornalista Désiré Oué, 40 anni, caporedattore della rivista Tomorrow Magazine; il suo computer e alcuni documenti sono stati portati via dagli assassini. “La sua uccisione è un segnale molto preoccupante per la sicurezza e la libertà dei giornalisti” ha denunciato il presidente del Sindacato della stampa privata ivoriana (Synapp-CI), Guillaume Gbato, chiedendo “un’inchiesta seria per identificare e arrestare i responsabili”.
L’omicidio si è verificato nella notte tra venerdì e sabato ma è stato reso noto solo poche ore fa. In passato Oué era dipendente della Radio Televisione Ivoriana (Rti, pubblica) ma era stato licenziato dopo la sconfitta elettorale dell’ex presidente Laurent Gbagbo nel 2011. Il quotidiano Notre Voie, sostenitore di Gbagbo, ha definito l’uccisione di Oué “un crimine odioso delle milizie pro-Ouattara (l’attuale capo dello stato, ndr)” e altre fonti, tra cui il sindacato di categoria, sospettano che si sia trattato di un crimine a sfondo politico. Una lettura respinta dal governo che propende per la tesi di un attacco a mano armata “finito male”. Oué è il primo giornalista ucciso dalla fine della crisi elettorale tra Gbagbo e Ouattare due anni fa.
Ma nelle ultime ore a destare preoccupazione c’è stata anche la sorte di un altro giornalista, Dieusmonde Tadé, impiegato al quotidiano Le Nouveau Réveil, rapito nella notte tra lunedì e martedì a una sessantina di chilometri da Abidjan, ma rilasciato poche ore dopo. Da alcuni giorni Tadé riceveva minacce. Le Nouveau Réveil è legato al Partito democratico di Costa d’Avorio (Pdci), che fa parte della coalizione di governo.
“Il nostro paese – si legge in una nota del ministero della Comunicazione – esce da una grave crisi. Ogni settore professionale deve aiutarlo a rimettersi quanto prima sulla strada dello sviluppo ritrovato e della riconciliazione. Nessuno deve fare una lettura politica di tutte le disavventure che accadono agli uni e agli altri”. – Misna
