Dopo qualche giorno di tregua un nuovo attentato con autobomba ha scosso il Sinai del Nord.
Come gia’ avvenuto numerose volte, soprattutto dopo la deposizione a luglio del primo presidente dei Fratelli musulmani Mohamed Morsi, l’attacco ha colpito militari. Undici i morti e 37 i feriti dei quali sette in gravi condizioni, il bilancio secondo il portavoce delle forze armate egiziane.
Ancora morti anche al Cairo, dove due persone hanno perso la vita per le ferite riportate nei disordini fra pro e anti militari vicino a piazza Tahrir nella commemorazione dei sanguinosi scontri di due anni fa nei quali persero la vita quasi 50 persone.
I militari sono stati investiti stamani dall’esplosione dell’autobomba al passaggio del pullman sul quale stavano viaggiando, sulla strada tra Rafah, al confine della Striscia di Gaza, e el Arish, capoluogo del Sinai del Nord. Piu’ o meno in contemporanea una bomba e’ stata lanciata contro un posto di blocco in un quartiere periferico al nord del Cairo, ferendo quattro poliziotti. L’attentato di questa mattina nel Sinai e’ uno dei piu’ sanguinosi contro le forze dell’ordine negli ultimi mesi e segue quello del 19 agosto di quest’anno, quando 25 reclute della polizia furono uccise a colpi di arma da fuoco da un commando armato.
Solo qualche giorno fa al Cairo, nel quartiere relativamente centrale di Nasr City, un ufficiale della sicurezza nazionale egiziana, coinvolto in molti arresti di esponenti di primo piano dei Fratelli musulmani, e’ stato ucciso a colpi di arma da fuoco nei pressi della sua abitazione.
L’autobomba di oggi non e’ stata ancora rivendicata, ma fonti della sicurezza affermano che l’organizzazione jihadista Ansar bei el Maqdis con ogni probabilita’ lo fara’ a breve. Il gruppo ha firmato vari attacchi, compreso quello fallito contro il ministro dell’interno Mohamed Ibrahim in settembre. Secondo l’agenzia statale Mena uno dei principali sospettati dell’autobomba esplosa al passaggio del ministro e’ stato arrestato all’alba, nella regione di Sharkeya, a nord dell’Egitto. Il presidente ad interim Adly Mansour ha comunque assicurato che “l’Egitto riuscirà ad estirpare il terrorismo nero per sempre, così come ha fatto negli anni Novanta”, segnati da una serie di sanguinosi attentati soprattutto contro turisti.
Resta però la preoccupazione di una nuova spirale di violenze, malgrado l’operazione antiterrorismo condotta da mesi su larga scala nel Sinai del Nord da forze dell’ordine ed esercito. (ANSAmed).