Starebbero scappando nella confinante Provincia Orientale i ribelli ugandesi delle Forze democratiche alleate (Adf-Nalu), complicando e rallentando l’operazione ‘Sokola’ (‘pulire’ in lingua locale) in corso da alcuni giorni nella ricca ed instabile provincia mineraria del Nord Kivu. Dopo la sconfitta lo scorso novembre della ribellione del Movimento del 23 marzo (M23), le Adf-Nalu sono diventate il nuovo bersaglio dell’esercito congolese intenzionato a sconfiggere la storica ribellione ugandese che ha le sue basi nel territorio di Beni. Un’operazione sulla quale poche informazioni ufficiali vengono diffuse, a coninciare dai bilanci dei violenti scontri in corso.
Mentre la locale società civile ha denunciato all’emittente locale dell’Onu Radio Okapi “movimenti significativi di ribelli verso ovest”, per rifugiarsi nella vicina Provincia Orientale, il generale Léon Kasonga, portavoce delle Forze armate (Fardc) ha assicurato che “tutte le disposizioni di sicurezza vengono prese per impedire la fuga delle Adf-Nalu verso altre provincie”. Inoltre testimonianze anonime della società civile hanno riferito di “problemi di coordinamento dei vari battaglioni” ma anche di “rivalità” e “problemi di intesa” riscontrati sul terreno che ostacolano il corretto svolgimento dell’operazione ‘Sokola’.
Negli ultimi giorni le Fardc sono riuscite a prendere il controllo del santuario di Mwalika, dove i ribelli ugandesi si rifornivano in cibo, e il villaggio strategico di Mamundioma, 45 km a nord-est di Beni, occupato dalle Adf-Nalu da due anni. Di fronte alle difficoltà operative incontrate sul terreno l’esercito congolese ha auspicato un maggior sostegno logistico da parte della locale missione Onu (Monusco). Per ora 200 caschi blu sono dispiegati per la sicurezza dell’aeroporto di Beni e della strada che ricollega la località nord-orientale a quella di Nerengeti; la missione Onu rifornisce le truppe regolari in cibo e carburante. Il comandante della Monusco, il generale Carlo Alberto dos Santos, è atteso oggi a Beni per una riunione con i vertici militari congolesi. Sulla carta da alcune settimane i battaglioni della forza Onu e la brigata speciale sono invece impegnati nella lotta ad un altro gruppo ribelle, le Forze di liberazione del Rwanda (Fdlr).
La scorsa settimana Kigali ha criticato la “lentezza” delle operazioni dell’Onu contro i ribelli hutu ruandesi e gli Stati Uniti hanno chiesto alla Monusco di “accelerare” le operazioni contro le Fdlr, l’altra ribellione che minaccia la stabilità dell’est del Congo. L’insicurezza persistente in Nord Kivu è inoltre alimentata da altre decine di milizie e fazioni armate. Dallo scorso fine settimana l’esercito congolese combatte contro esponenti della coalizione Apcls-Nyatura nei villaggi di Ngingwe, Bushoha e Kyekire. L’emittente Radio Okapi ha riferito di una “tensione percettibile” nel territorio di Masisi e di centinaia di civili in fuga verso Kitshanga e verso il capoluogo regionale di Goma. – Misna