“Misure drastiche” per porre fine alla crisi legata a Boko Haram: le ha chieste al governo federale Alhaji Kyari Ibn El Kanemi, emiro di Bama, nello stato nord-orientale di Borno, dove mercoledì si sono registrate nuove violenze attribuite al gruppo estremista, con un bilancio ancora incerto che fonti sul terreno, riportate dalla stampa nigeriane, stimano in almeno 70 morti, oltre a gravi danni alle infrastrutture.
Parlando ai giornalisti, El Kanemi ha esortato l’esecutivo centrale a migliorare l’equipaggiamento dell’esercito: “Questa gente – ha detto riferendosi a Boko Haram – usa armi sofisticate come bombe, lanciarazzi e granate. Nessuno potrà sentirsi in salvo qui se non si farà velocemente qualcosa per il problema della sicurezza”.
L’emiro ha riferito di essere scampato miracolosamente al massiccio attacco cominciato prima dell’alba di mercoledì e che ha avuto per obiettivo anche il suo palazzo. Ha raccontato che uomini armati hanno fatto irruzione nell’edificio, tentando di appiccare il fuoco. In altre zone della località, secondo testimoni, gli aggressori hanno aperto il fuoco contro una scuola e diverse abitazioni, incendiandole.
“Abbiamo seppellito 34 persone alla Moschea centrale mercoledì, ma molti altri sono stati sepolti altrove dalle loro famiglie” ha detto ancora El Kanemi, sollecitando il presidente Goodluck Jonathan a recarsi quanto prima a Bama, già teatro di attacchi e gravi scontri negli ultimi mesi, allo scopo di ottenere “informazioni vere sulle attività di Boko Haram”.
Alcuni quotidiani nazionali riferiscono intanto oggi di un video di 28 minuti che il capo del gruppo estremista, Abubakar Shekau – ricercato per terrorismo in Nigeria e Stati Uniti – ha fatto pervenire ai giornalisti e in cui minaccia, fra l’altro, nuovi attacchi contro il settore petrolifero nel sud del paese. Shekau afferma che lo stato d’emergenza decretato da tempo negli stati del nord di Adamawa, Borno e Yobe non fermerà Boko Haram ed esorta i suoi uomini presenti in altre regioni – menziona Kano – ad attaccare civili e istituzioni governative.
Notizie di altre violenze sono giunte fra l’altro ieri da un’altra zona della Nigeria, l’instabile stato centrale di Plateau, dove uomini armati hanno ucciso almeno 13 civili nel villaggio di Rapyem. Secondo la polizia si sarebbe trattato di un “incidente isolato”, ma non ci sono ancora certezze né sul numero delle vittime né sull’identità dei responsabili. – Misna