Decisioni di importanza cruciale sono state adottate senza coinvolgere la popolazione e senza trasparenza: l’agenzia di stampa nazionale Aim riassume in questi termini il giudizio di un’organizzazione non governativa straniera sulle scelte di Maputo relative allo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi scoperti in Mozambico.
In un documento pubblicato questa settimana, l’ong statunitense Center for Public Integrity (Cpi) fa in particolare riferimento agli accordi relativi a un impianto per la liquefazione del gas naturale che dovrebbe essere costruito nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, non lontano dal confine con la Tanzania. “Il governo del Mozambico – sottolinea l’organizzazione – non ha informato la popolazione né ha favorito una discussione pubblica sulle scelte monumentali che il paese ha di fronte”. L’impianto per la liquefazione del gas, sottolinea Aim, sarà il maggiore investimento nella storia nazionale.
A realizzare l’opera dovrebbero essere due consorzi, guidati dall’americana Anadarko e dall’italiana Eni. Secondo Aim, la costruzione delle infrastrutture necessarie a estrarre il metano nei giacimenti off-shore, trasportarlo sulla terraferma e trasformarlo dovrebbero avere un costo di 18 miliardi di dollari. Sulla base delle leggi in vigore, la società di Stato del Mozambico Empresa Nacional de Hidrocarbonetos (Enh) ha diritto a una partecipazione compresa tra il 10 e il 15%.
Negli ultimi 20 anni, dopo la fine della guerra civile, il Mozambico ha beneficiato di una forte espansione economica. Secondo il Programma dell’Onu per lo sviluppo, però, il reddito pro capite non supera ancora i 906 dollari l’anno. – Misna