Negozi e uffici chiusi, strade deserte: si presenta così la città di Beni, in Nord Kivu, teatro da due giorni di uno sciopero generale “città morta” per rivendicare il diritto a vivere in pace e sicurezza.
Secondo Radio Okapi, emittente delle Nazioni Unite in Congo, a lanciare l’idea dello sciopero sono state le associazioni della società civile. Il loro scopo è fare pressione sulla missione dei caschi blu della Monusco, perché intervenga contro i movimenti di guerriglia che seminano il panico tra le popolazioni.
In particolare, gli attivisti chiedono l’utilizzo della brigata d’intervento della Monusco, una squadra speciale dispiegata dal primo agosto con il compito di garantire la sicurezza nella zona intorno a Goma.
“Da due giorni non si tiene il mercato, non ci sono moto-taxi, tutti i negozi di alimentari e prodotti sono chiusi. L’invito a rispettare lo sciopero è stato seguito al 100%” ha detto alla stampa Gilbert Kambale, coordinatore dei comitati di protesta, aggiungendo che le pressioni continueranno fino a quando i militari non passeranno all’offensiva. – Misna