Spazio aereo chiuso di fatto e combattimenti violenti a Bengasi: è sempre più guerra civile in Libia, dove da giorni si registra una drammatica escalation nel conflitto che dilania il Paese dalla caduta di Gheddafi. Dopo i bombardamenti aerei di lunedì scorso, che hanno centrato postazioni dei miliziani filo-islamici a Tripoli come a Bengasi, le autorità di controllo del volo hanno imposto la chiusura delle tratte da e per la Libia. Altre fonti spiegano che è al Cairo e a Tunisi che si è deciso lo stop ai voli mentre i media locali in serata hanno precisato che rimangono aperti due scali nell’est, a Tobruk e al Beida.
Quanto ai raid aerei di lunedì, rivendicati dall’ex generale Khalifa Haftar che combatte contro gli estremisti islamici, la stampa locale specula che possano essere stati due velivoli “prestati” da una forza straniera.
Oggi nella capitale si registra una relativa calma, anche se da giorni, soprattutto di notte notte, piovono sui quartieri limitrofi allo scalo colpi di artiglieria e razzi Grad.
Nella regione occidentale tre città hanno dichiarato “illegittimo” il Parlamento “esiliato” a Tobruk e annunciato il sostegno all’Operazione Alba, che raggruppa le formazioni filo-islamiche del Paese e un’altra variegata gamma di gruppi armati. Si tratta di Nalut e Kabaw nel Jebel, Nafusa a sud di Tripoli e Tarhouna a sudest della capitale.
Non va meglio all’est della Libia: a Derna il Consiglio islamico della gioventù – risultato della fusione tra tre gruppi della zona – ha messo a morte un egiziano accusato di omicidio.
Una quarantina di miliziani lo hanno circondato in un campo di calcio, con una folla di spettatori ad applaudire, mentre i miliziani a volto coperto sbandieravano il vessillo nero di Al Qaida. Poi un colpo alla testa, la morte e altri applausi.
A Bengasi il bilancio è di cinque morti in nuovi combattimenti terrestri tra le forze di Haftar e quelle guidate da Ansar al Sharia, dopo le “vittorie” dei jihadsti nell’autoproclamato “Califfato” della città. E nel timore che Al Qaida possa mettere le mani su qualche aereo civile, a Tripoli e negli altri scali del Paese, da utilizzare per attacchi “stile 11 settembre” – sebbene si ritenga che i velivoli disponibili siano stati danneggiati – secondo la stampa nordafricana un club di 10 Paesi, “Algeria, Marocco, Tunisia, Mauritania, Spagna, Francia, Portogallo, Italia e Malta parteciperanno a esercitazioni militari congiunte con le forze navali Usa”. Per cercare di stabilizzare la situazione, i Paesi confinanti della Libia si incontreranno lunedì al Cairo. (ANSAmed)